GDR Ambasciata nella Città di Giada

Silen

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Con la fine della guerra contro il Caduto noto col nome di Syrad Amon era giunto il tempo di mettere in atto gli accordi per l'apertura di una ambasciata permanente fra l'Impero meridionale e l'Impero rahonavide, accordi risalenti all'anno prima. Il convoglio diplomatico con il personale, gli incartamenti e tutto il necessario per una attività di simile portata era in viaggio ma avrebbe impegnato ancora molto tempo ad arrivare in città vista la grande distanza da attraversare: la missione, preparata e partita dalla città di Spira, avrebbe usato la strada dragonide per attraversare la Repubblica di Ambir e successivamente sarebbe risalita attraverso Nagrond e Agharti fino ad arrivare alla Città di Giada. Pur trattandosi di una carovana civile e non di un esercito con migliaia di soldati e salmerie al seguito, si prevedeva che sarebbero occorsi almeno 16-18 mesi prima dell'arrivo in città. L'ambasciatrice imperiale però sarebbe arrivata molto prima: da tempo in tutta Ea era noto l'incantesimo di teletrasporto che permetteva ad una persona singola di attraversare grandi spazi in pochissimi secondi. Purtroppo nessun mago aveva mai trovato un modo di ridurre l'aumento esponenziale di energia magica necessaria quando si cercava di teletrasportare più di una persona e che rendeva impossibile anche soltanto trasportare un reggimento di truppe. Il costo di un teletrasporto di 500 soldati infatti era notoriamente astronomico ma finchè la persona da trasportare era una sola l'incantesimo poteva essere praticato senza particolari difficoltà e lo era, come in questo caso.
Gli inviati dei due imperi avevano quindi concordato non solo l'apertura della missione e l'invio della carovana diplomatica ma anche stabilito il giorno e l'ora in cui l'ambasciatore imperiale sarebbe stato teletrasportato in città per essere accoltod alle autorità rahonavidi

(@Monitor_Dundee apro il role come da accordi in privato)
 

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Nell'ultimo ampliamento della Città degli spiriti si era tenuto conto del prossimo arrivo della Residente Imperiale, e tutto era pronto ad accoglierla. Una torre con porte ampie al posto delle finestre, e arredata con mobili congeniali alle Alate era stata costruita nella lucente pietra verde che dominava l'architettura della zona. La vista era sensazionale, l'immensa mole dell'astro di giada, pur intaccato da varie miniere, dominava l'orizzonte, svettando tra le montagne innevate. Anni di erosione e precipitazioni l'avevano in parte occultata con coltri di neve e piante pioniere, ma nei giorni limpidi il suo colore alieno era ben visibile da miglia di distanza. Il cratere, invece, prima temuto, era ora divenuto una fertile pianura, merce rara tra quei monti. Nessun senziente osava ancora coltivarla o menarvi le bestie al pascolo, ma la natura indifferente ne aveva fatto un'amena valle alpina.

Una delegazione di palazzo, guidata dall'Erede al Trono Amestris e, ovviamente, corredata dalla presenza di Kairos, altrimenti occupato in esperimenti, si diceva, nei monti non lontano dalla Sfera di Giada. Amestris ormai suppliva alla madre nella maggioranza degli eventi di pace, mentre Athoxa conveniva ormai solo con tecnici delle infrastrutture e generali. L'età avanzata non aveva tolto, grazie a Ishtar, lucidità alla sovrana, ma aveva assottigliato le già non vaste riserve di pazienza che l'imperatrice destinava a sopportare gli eventi mondani. Per contro Amestris, entusiasta del nuovo ruolo, fulgeva di acume e grazia a ricevimenti diplomatici e inaugurazioni varie. Mai come ora, però, era eccitata al pensiero di incontrare un delegato straniero. Shiver ormai era un volto per lei noto, dopo il Torneo di Britannia, ed era certa che suo zio avrebbe potuto insegnarle molto su come comportarsi con le Arpie.
Purtroppo, però, Kairos ancora non era arrivato....
 

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Al momento concordato, secondo più, secondo meno, l'energia magica di un incantesimo focalizzato su quel particolare luogo fu evidente, almeno per chi avesse capacità magiche. La pressione dell'aria sembrò aumentare per un istante e con una sorta di schiocco e una brevissima folata di vento una arpia si materializzò a una decina di metri dal terreno.
Mostrando di essere abituata alle transizioni di questo tipo la nuova arrivata sbattè rapidamente le ali per stabilizzarsi e planò dolcemente al suolo a poca distanza dalla delegazione. Si trattava di una arpia alta, per la media della sua razza, dal piumaggio di un colore bianco immacolato e un portamento fiero e orgoglioso. Kairos l'avrebbe ricnosciuta al volo, se fosse stato presente e così anche coloro che erano stati presenti ai tre grandi tornei tenuti nel mondo conosciuto in quegli ultimi quarant'anni: si trattava infatti di Shiver, sorella-vera di Silene e maga dei venti di indubbia abilità.
"Avevo sentito parlare di questa vostra città interamente scolpita in blocchi di giada" disse l'arpia facendosi avanti "ma come dicono gli umani, una cosa è dirlo e una cosa è vederlo. Un bel posto dove dimorare, senza dubbio." mentre parlava gli occhi di Shiver esaminavano rapidamente la delegazione con curiosità e forse un pizzico di delusione, come se si fosse aspettata la presenza di qualcuno che non c'era...
 

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La scena che accolse Shiver era oltremodo singolare. La città era stata costruita per ospitare una popolazione ben più grande di quella che vi si era stabilita finora, e progettata a tavolino per non diventare obsoleta o congestionata in pochi anni. La folla che l'attendeva quindi, di delegati, funzionari e curiosi, per vasta che era, sembrava sparuta nella vastità di quegli spazi dal colore alieno.
"Benvenuta a voi, onorata Shiver dall'Artiglio d'Argento. Il mio nome è Amestris della Casa Rahonavide, e sono qui per accogliervi a nome della famiglia reale e dell'Impero tutto."
La principessa, dopo una reverenza, indicò all'Arpia la sommità della torre all'estremità della piazza.
"La vostra residenza è già stata allestita, e abbiamo pensato di tenere un ricevimento per voi nelle vostre stanze. Come vedete, potete raggiungerle nella maniera più confortevole per voi, e non sarete la sola, per oggi...."
Con un sorriso complice, Amestris prese dall'ampia manica una piuma che luccicava come un cristallo di mana, e così fecero alcuni dei delegati e dei membri della scorta.
"Questi amuleti ci permetteranno, per qualche minuto, di volare come fate voi, e seguirvi senza dover ascendere le scalinate della torre. Chi li ha incantati ci ha garantito che sarà con noi a breve, cara Shiver, non abbiate timore."
Saranno state tanto diverse e aliene come asseriva lo zio Kairos, ma le espressioni delle Arpie erano piuttosto facili da leggere per chi da tutta la vita interpretava le minime inflessioni del comportamento dei Sauriani e degli umanoidi.
Due guerriere, in uniforme palesemente cerimoniale, per prime ascesero al grande terrazzo che occupava parte della cima del torrione, non senza qualche rollio e beccheggio. Amestris mormorò una formula, spezzò la piuma di vetro e iniziò a levitare.
"Permettetemi di accompagnarvi nel vostro appartamento, Residente Shiver, e di offrirvi ospitalità e ristoro."
 

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L'Arpia scoprì la sua formidabile dentatura in una espressione degna di una tigre o un leone ma che in realtà era l'equivalente di un sorriso, per quanto un umano avrebbe probabilmente fatto un passo indietro (o più di uno) di fronte a un simile spettacolo.
"Ti ringrazio per le tue premure Amestris, apprezzo gli sforzi che avete fatto per darmi una dimora confortevole. In nome della Prima e di tutte le Sorelle del Territorio di Caccia sono felice di poter riaffermare la nostra tradizionale amicizia." alcuni diplomatici umani avrebbero storto il naso di fronte a uno stile così asciutto e all'omissione del più cortese 'voi'. In realtà, come era già accaduto in occasioni similari, altre arpie non avrebbero avuto scrupolo nel apostrofare come 'preda' la principessa Amestris...la razza alata non era famosa per le proprie forbite maniere diplomatiche e Shiver era già molto più disponibile di quanto lo fossero altre arpie della sua generazione.
Alla frase successiva Shiver ridacchiò "Sono così trasparente? Ma si, mi piacerebbe incontrare di nuovo quel mago da strapazzo di Kairos. Quanto all'ascendere, come tu dici, on me lo farò ripetere." e dando seguito alle sue parole Shiver aprì le ali candide e spicco il volo. Alcuni energici battiti delle grandi ali furono sufficienti a portarla al livello del terrazzo, molto prima dei suoi compagni di volo dell'occasione. A quel punto Shiver chiuse leggermente le ali planando agilmente al centro dello stesso.
 

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L'ampio terrazzo, in giada come gran parte della città e della stessa torre, era costruito e decorato anche in marmo bianco e lucido granito grigio, lastre in complicate forme geometriche ornavano il pavimento, e numerose statue di rapaci culminavano colonne e parapetti. Un vasto tavolo imbandito occupava il lato dell'ampio semicerchio, di fronte alle grandi arcate che portavano ad un appartamento decorato in stile Rahonavide ma con mobili privi di schienale e una certa "tridimensionalità" nella posizione di mobili e decorazioni.
Per la gioia di Shiver, la dieta dei Sauriani era simile a quella delle Arpie, anche più elaborata. Le pietanze erano tutte a base di carne, pesce e uova, e persino alcune delle spezie usate nella preparazione degli elaborati piatti erano derivate da insetti e altre creature vive. Anche le bevande, salvo alcuni vini pregiati e birre naniche, erano fermentati e distillati del latte o del miele, e molte erano corrette con buone quantità di sangue.
L’Arpia ebbe qualche momento, prima che gli invitati la raggiungessero levitando maldestramente, per ammirate l’orizzonte, dominato dalla Sfera. Una delle molte cose impossibili accadute fino a quel momento in quelle terre del Nord, nelle quali si era trovata a tornare più di una volta in questi anni. Dicevano che tra quei picchi si fosse stabilita una colonia di sue simili, forse restando nella Città degli Spiriti avrebbe avuto occasione di incontrarle.

Amestris fu la prima a posarsi sul terrazzo, con espressione enormemente divertita. Più preoccupata, la seguiva Parisathis, generalessa della guarnigione imperiale, anche lei reduce dal Torneo in Britannia. Dall’interno dell’appartamento apparvero camerieri in uniforme bianca, che con gesti rapidi e misurati distanziarono le sedie dal tavolo e arretrarono di un passo, attendendo ordini. Gli scranni non avevano schienale.
“Accomodatevi, Shiver, e servitevi senza complimenti! E ditemi, avete intenzione di far arrivare qui i vostri serventi e collaboratori? In caso contrario potete chiedere direttamente a me di quante persone avrete bisogno, anche solo fino a quando il vostro personale non vi avrà raggiunto qui al Nord.”
Un cameriere riempì le tazze (niente bicchieri per un popolo con un muso pieno di zanne) della principessa e della maga con un liquido chiaro.
“Dovevate essere molto ansiosa di iniziare la vostra attività qui da noi, per viaggiare con mezzi magici e da sola”
 

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Shiver rimase per un pò a guardare lo spettacolo che aveva davanti mentre attendeva che i sauriani la raggiungessero. Poichè l'Impero era popolato in maggioranza da umani l'architettura delle città imperiali, sebbene alterata dall'imflusso della razza alata, era per lo più in stile umano, com'era naturale. Quel luogo, costruito interamente in giada e secondo canoni artistici del tutto differenti aveva un fascino tutto particolare ai suoi oicchi, reso ancora maggiore dalla vista della enorme Sfera di Giada.
"Bello" commentò quando infine Amestris la raggiunse "Non credo che in nessun altro luogo esista qualcoa di simile" Sedendosi al posto che le era stato indicato pescò da un piatto di antipasti un uovo sodo ripieno di un patè di fegato di oca (o di un animale che aveva un sapore molto simile) e lo mangiò di gusto.
"Non mi affascinava l'idea di un viaggio interminabile al seguito di una carovana che avanza alla velocità di una lumaca." disse con l'aspra schiettezza che era propria della sua specie "D'altro canto viaggiare da sola per una distanza così lunga era altrettanto indesiderabile, per differenti motivi. Una qualunque necessità imprevista mi avrebbe trovata senza aiuto e impossibiltiata ad averne. No, molto meglio servirsi della magia e lasciare che i Senzali arrivino secondo il proprio passo. Riconosco che forse per un altro incarico avrei atteso l'arrivo dei miei attendenti prima di trasferirmi ma voi siete un caso differente. So dai miei trascorsi con Kairos che esiste qualche somiglianza fra i nostri popoli e che voi siete una nazione civile." da come lo disse era lecito dubitare che il concetto di "civile" come intendeva Shiver fosse identico al cocnetto che ne avevano le altre razze "Sono certa che mi troverò bene qui; ciò che ho visto finora non fa che confermarlo" E poi" aggiunse "il fatto che avete incontrato delle nostre Sorelle così a nord...non credevo fosse rimasta nessuna di noi a nord delle Terre Desolate". Così si riferivano le arpie a quell'insieme di steppe e deserti nell'Area che andava grossomodo dalla Repubblica di Ambir al Picco Rosso.
 

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Amestris dovette trattenere un sorriso al pensiero di come sua madre avrebbe reagito al sentire un'Arpia parlare di civiltà, una delle creature che l'Imperatrice asseriva - imitavano la civiltà come un pappagallo imita la parola, male e senza capirla -
"Vi confesso che la scoperta ha oltremodo stupito anche noi. A quanto pare provengono da ancora più a Nord, dai monti oltre il dominio degli Elfi Scuri. Voi Alate di Silene provenite da oltre il grande deserto meridionale, avete detto, ma usate la parola restare. Non sapevo che le Arpie vivessero in tutta Ea in epoche remote."
 

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"Secondo le nostre tradizioni un tempo, quando il mondo era giovane e gli dei vivevano in armonia fra di loro, la mia razza dominava l'intero mondo. Non come lo intendereste voi Senzali...le Sorelle erano padrone dei cieli, andavano ovunque volssero e nessuno poteva fermarle. Le altre razze di Ea, le prede, in quei tempi lontani vivevano nel terrore, rintanati nelle loro tane di paglia e fango" Shiver sospirò "poi naturalmente i Senzali presero a organizzarsi formando conigliere sempre più grandi e bene armate mentre noi rimanevamo sempre le stesse, libere come l'aria nel cielo di primavera...ma divise. Col tempo siamo state scacciate sempre più indietro nelle terre selvagge fino ad essere confinate in quei pochi angoli del mondo dove nessun altro vuole vivere. Ma non abbiamo mai dimenticato." l'alata fece una pausa e un gesto vago, come a indicare che la situazione che aveva descritto era proseguita per un tempo indefinito "Poi, un giorno, arrivò Silene." concluse.
 

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"Alcune leggende del nostro popolo parlano delle Furie o delle Erinni, creature simili a noi ma dalle grandi ali piumate. La più celebre le vede come ancelle del Dio della Battaglia, capaci di combattere in maniera impareggiabile e incaricate di portare in paradiso le anime dei guerrieri. Immagino che vi sia qualche traccia della memoria delle vostre antenate, in tali racconti."
Sempre meglio delle leggende degli umani, che vedevano le Arpie cavare gli occhi agli eroi e defecare sulle pietanze dei banchetti. Normali paranoie da prede, probabilmente.
"Non comprendevamo quanto l'idea di Silene fosse opposta alla vostra natura fino a che non abbiamo potuto interagire da vicino con Arpie... non affiliate al vostro Impero. La nostra speranza è che possano anche loro comprendere i vantaggi del nostro stile di vita."
Il pasto proseguiva, sullo sfondo di una conversazione spensierata. Le portate si superavano per qualità e ricercatezza, e Shiver mostrava di gradire.
"Kairos mi diceva di quanto apprezziate la disciplina della caccia, e che per quanto grande o pericolosa la preda, cercate sempre di consumarne la carne. Quando sarà la stagione dovrete seguire una delle nostre battute nelle paludi di Sogdhana! Alligatori giganti, velasauri e gru tiranne offrono sfide emozionanti e carni pregiate. Quella tartare è di alligatore gigante, assaggiatela, è divina!"
Il principe, più volte invocato, rimase però assente per tutta la durata del pasto. Erano già stati serviti formaggi e liquori quando una familiare nebbia azzurra iniziò a condensarsi sul grande terrazzo....


"Shiver! Cara e stimata tra tutte le Alate, qual buon vento ti porta tra noi?"
 

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"Vi sono certamente dei vantaggi nello stile di vita dei Senzali che meritano di essere considerati" disse l'arpia con l'aria di chi fa una grande concessione "vantaggi che meritano di essere incorporati nel nostro stile di vita. Le Sorelle che hanno deciso di seguire la via indicata da Silene hanno fatto questa scelta." Shiver stette in silenzio per un paio di secondi "Io non mi sono mai pentita di averlo fatto. E' grazie a questa scelta che ho potuto crescere in sicurezza le mie verefiglie superstiti. Sono certa che le mie Sorelle del nord sapranno vedere la verità con la stessa chiarezza con cui io la vedo. Sono davvero ansiosa di incontrare queste Sorelle lontane, di scambiare i nostri canti con i loro."
Era piuttosto evidente che Shiver continuasse a sentirsi in cuor suo superiore a qualunque altra razza ma era altrettanto evidente che era disponibile ad un dialogo, in effetti sembrava trovarlo anche piacevole. Gli occhi le brillarono quando Amestris accennò alla caccia "Si. Oh, si!" esclamò "Prede sconosciute, una nuova sfida" Shiver scoprì i denti in un agghiacciante sorriso "sarà un vero piacere partecipare ad una Caccia Condivisa con voi."
"So che alcuni Senzali credono che le Sorelle si comportino in modo efferato" proseguì in tono discorsivo "ma una vera Cacciatrice non uccide mai senza necessità. Se una di noi dovesse assalire un branco di cervi, ad esempio, ucciderebbe soltanto la preda che le servirebbe per nutrirsi mai tutto il branco. Nè ucciderebbe per poi prendere solo le corna come trofeo" disse con una smorfia di evidente disprezzo "Le Sorelle non uccidono per il gusto di uccidere. Anche durante una guerra, le nostre combattenti si nutrono dei nemici uccisi ogni volta che possono farlo" Shiver rise piano "Oh, so bene che molti Senzali ne rimangono orripilati. Ma noi non lo facciamo affatto per spregio, come alcuni di essi credono. Al contrario, rendiamo loro onore perchè ci hanno dato una buona caccia. Noi crediamo che se una preda è stata un avversario degno, Sheika la Cacciatrice le concederà di rinascere come una Sorella. E' davvero buona quella...come la hai chiamata? Tartar?"
Il pasto proseguì piacevolmente. In effetti col passare del tempo Shiver sembrò sempre più rilassata e a suo agio il che andava nettamente a credito di Amestris.
L'arrivo di Kairos fu un pò come la ciliegina finale "Ah, eccoti qui finalmente! Non ero la sola a domandarmi dove accidenti ti fossi cacciato" esordì in maniera assai poco diplomatica, come sempre del resto. Il tono però smentiva le parole e l'alata sfoggiava un'abbagliante quantità di denti in un ampio sorriso.
"come certamente saprai la Prima e la tua sovrana hanno concordato la creazione di una ambasciata permanente e la mia sorella-vera ha ritenuto opportuno chiedermi di assumere questo compito. Immagino che lo abbia fatto vista la mia familiarità con un certo mago e diplomatico sauriano." aggiunse ridacchiando prima di guardare di sottecchi Amestris "Se tutti i giorni saranno come oggi, si tratterà di un compito di tutto riposo ma correrei il rischio di....ingrassare" concluse scuotendo la testa.
Per un umano i sottointesi che Shiver aveva messo nella battuta non sarebbero stati molto evidenti, ma il punto era che un'Arpia aumentare di peso la avrebbe ostacolata nel volo e nella caccia rendendola di fatto meno abile alla sopravvivenza. Ne conseguiva che la cosa venisse vista come una delle peggiori iatture, molto al di là di un semplice fattore estetico e dava allo scherzo tutta una serie di sfumature non immediatamente comprensibili se non si pensava bene alla natura di chi l'aveva pronunciata.
 

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"Anche noi ci nutriamo di gran parte dei nostri trofei di caccia, una lunga tradizione di predatori prima e di cacciatori nomadi poi ci impedisce di lasciare una preda abbattuta a marcire. Certo, a volte è necessario contenere una specie pericolosa, o diminuire il numero di individui di alcune specie perché non tassino troppo il loro ambiente... Sono millenni che ogni aspetto delle nostre terre è tenuto sotto controllo, persino i grandi branchi di Bestie del Tuono, inarrestabili e impossibili da contenere, sono ingranaggi di un sistema in perfetto equilibrio, che pure richiede controllo costante... Si può dire che rispetto a molti spennati la nostra società si sia formata con una diversa combinazione di civiltà e barbarie... ognuno ha la propria ricetta suppongo."
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"Sono certo che la vita qui al Nord saprà offrirti sufficienti occasioni di fare esercizio, Shiver. Prima che gli obblighi d'ufficio ti opprimano dovrò farti conoscere il nostro osservatore presso le Arpie di queste montagne, passerà in città a breve prima di partire per un'altra missione. Ha vissuto con uno stormo selvatico per un'anno e mezzo, penso che nessun Senzali sia mai arrivato a tanto."

"C'è anche un progetto magico in atto, incantatori dei paesi che ci hanno aiutato contro i Caduti saranno presenti, potresti voler partecipare. So per mia stessa esperienza che più a lungo qualcuno fa il mestiere del mago, meno sono le occasioni per stupirsi di qualcosa di nuovo..."
 

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Shiver indirizzò un'occhiata meravigliata ad Amestris quando quest'ultima le parlò della maniera con cui i sauriani tenevano sotto controllo il proprio ambiente e le specie ivi presenti. Per un'Arpia la sola idea di un tale livello di intervento era inconcepibile.
"Davvero non riesco ad immaginare l'entità di un simile impegno. Nessuna Sorella cercherebbe di esercitare tanto controllo; in effetti nessuna di noi lo vorrebbe".
Non era una frase che stupisse visto il modo lassista e negligente con le Alate governavano il proprio impero. L'intera società delle Arpie sembrava basarsi sulla totale libertà individuale eppure in caso di necessità sapevano muoversi all'unisono come uno stormo di uccelli o un branco di pesci mostrando sempre una forte soldiarietà razziale. Era una aspetto della specie che confondeva molti di quelli che avevano studiato la razza di Shiver negli ultimi quarant'anni.

"Ho sentito parlare di questo Senzali che è andato a vivere per...quanto? Due anni?...con le nostre Sorelle nordiche. Deve trattarsi di un individuo notevole dato che se ho ben inteso esse vivono ancora seguendo le nostre vie tradizionali, spargendosi per il territorio riunite in piccoli gruppi secondo il legame del Sangue e della Carne. In una regione montuosa come questa, ciò significa che il tuo osservatore avrà dovuto stabilirsi vicino ai nidi, sulle vette più alte. Non una vita facile per un Senzali."
Gli occhi color ghiaccio della maga si accesero poi di interesse professionale quando Kairos passò a parlare del progetto contro i Caduti "Ci puoi scommettere la coda, che mi interessa Kairos" disse con un altro sorriso "Non vorrei mai che tu tirassi fuori qualche nuovo trucco al nostro prossimo incontro, dentro o fuori l'arena di un torneo." concluse alludendo ai loro duelli di magia più o mneo amichevoli.
 

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"Gli Spennati si nutrono di bacche e radici, possono far andare avanti la loro società spianando foreste e montagne per coltivare, distruggendo tutto quello che hanno attorno. Noi dipendiamo dall'intera catena alimentare per vivere, è stato naturale e necessario trovare un'armonia con il tutto e metterlo sotto controllo. La vostra specie è antica, ma la vostra civiltà è giovane, capirete. Anche noi Sauriani discendiamo da predatori che cacciano in branco, perfettamente coordinati. Non so se voi Alate usiate tenere animali da compagnia, ma un Raptor è una creatura meravigliosa da tenere al proprio fianco. Alcuni aiutano nella caccia, altri liberano i pascoli dai parassiti. Chiaramente, abbiamo addomesticato anche molte creature alate"

"La vita che faceva prima, cacciatore e allevatore nomade nelle steppe spazzate dal vento, non era poi così diversa dall'esistenza del Popolo del Cielo. Solo più vicina al terreno, e non per lui visto che volare in groppa a un Roc per il ragazzo è seconda natura. La cosa più difficile è stata conquistare la fiducia, o per lo meno mitigare il sospetto, delle Alate."
Kairos sorrise all'insinuazione della maga
"Non ti crucciare, Shiver, se usassi la magia che ho studiato in questi mesi ad un torneo probabilmente finirei decapitato dal boia o messo al rogo!"
 

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Shiver scosse il capo "Per lungo tempo le Sorelle hanno nutrito il massimo disprezzo per le prede e le loro conigliere ma ora i tempi sono cambiati." sospirò "Non posso escludere che col tempo adotteremo un approccio simile al vostro. Noi siamo Cacciatrici. Noi facciamo quello che deve essere fatto." Shiver si agitò sul suo seggio; era evidente che la prospettiva di altri cambiamenti non le era gradita. In fondo al cuore la maga era ancora fedele alle tradizioni del suo popolo: accettava di cambiarle ma la prospettiva la metteva a disagio.
"Strano che tu mi faccia questa domanda" aggiunse poi "no, noi non abbiamo animali domestici. Non avevamo dovrei dire: alcune Sorelle stanno adottando anche questa peculiare abitudine dei Senzali. Nerissa, la mia verafiglia minore da qualche tempo si accompagna a un gatto."

L'Alata scoprì le labbra in un altro sorriso nell'udire le parole del sauriano "Io stessa mi stupisco di quanto sia giunta a fidarmi dei Senzali. Di alcuni, per lo meno, e ormai frequento le razze che vivono nelle Terre Verdi da più di quarant'anni. Non deve essere stato facile per il tuo giovane farsi accettare." l'arpia rise apertamente al commento successivo "Non credo che sarebbe possibile. Se anche non fossi in grado di difenderti da solo, cosa del cui dubito, c'è sempre la tua amabile consorte. Persino ora sento il potere che pulsa in lei e non vorrei doverlo affrontare.".
 

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"Ti posso assicurare che non è stato facile, ma sono certo che siano tutti sforzi utili, se non necessari. Per quanto riguarda Tamano, avrai a breve un invito a vederli di persona. Come ti ho accennato, sto organizzando un esperimento rivoluzionario"

[Direi che qua abbiamo finito, consegnate le schede apro il GDR per il Caduto]
 
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