Redual
Brontolo
"Le udienze sono concluse per oggi Sire" con queste parole il maestro di cerimonie chiuse dietro di se le porte della sala delle udienze.
Stannis sedeva dritto sul trono vestito come suo solito di abiti e vesti poco decorate, un lungo giacco di cuoio sormontava una veste semplice, quasi grezza se non fosse stata per i materiali di pregio, solo alla chiusura delle porte si appoggiò allo schienale con un lungo respiro.
Il sovrano di Bastiglia era ormai un uomo dai capelli canuti, energico e particolarmente diretto, sebbene ormai ampiamente nella seconda metà della cinquantina, in vista dei sessantanni.
"Beren credo stia giungendo il tempo" disse dopo essere stato qualche tempo immobile con gli occhi chiusi.
"Di cosa Maestà?" rispose una figura apparsa dalle ombre di un ala laterale della sala.
"Non c'è più nessuno in questo salone non dev..."
"Di cosa Stannis?" lo interruppe la figura che a lunghi passi arrivò davanti allo scranno di poco sopraelevato.
"E' buffo come quelli della tua razza, malgrado il tempo passato con noi razze brevi, non riescano mai a comprendere bene il nostro tempo.
D'altronde come potreste... ma guardati... sei uguale al primo giorno in cui ti ho visto quasi vent'anni fa"
Beren era un elfo di stazza massiccia rispetto a quella dei suoi corrazziali, di aspetto giovanile non avrebbe dimostrato più di una trentina d'anni se fosse stato umano; il suo abbigliamento e armamentario era semplice e funzionale, non si discostava molto da quello di una fante di mare della tempesta, se non fosse stato per la finezza e la qualità di armi e vestiti.
"Sai..." continuò Stannis "mi è venuto in mente il mio primo giorno in questa sala, in questo palazzo... ormai diciannove anni fa.
Stessa sala, pressoché stessi arazzi, stesso trono, stesso Beren" disse accennando un sorriso "solo io sembro cambiato, o meglio, solo io sembro invecchiato tra queste mura... certo, la fuori" indicando la finestra "tutto è cambiato un bel pò.
Sei sempre stato al mio fianco in tutto questo tempo. Ogni viaggio, ogni guerra, ogni battaglia... un passo dietro a coprirmi le spalle o un passo avanti ad aprirmi la via.
Non ti devo aver reso facile la vita immagino, ma credo che tu l'abbia capito, e spero apprezzato con il tempo, il mio non essere di quei sovrani nascosti dietro comode mura mentre il suo popolo muore sui campi di battaglia."
"Stannis... sei in un momento nostalgia? Se vuoi ci mettiamo a parlare delle maree che non sono più le maree di una volta o del legno che non è più robusto come quello di quando eri giovane ma in quel caso mettiamoci comodi e con un bel pò di vino che devo sopportarti" sogghignò Beren.
"Sarete anche i primi nati su Ea... ma siete lenti ad arrivare alle cose quasi quanto ad invecchiare. O forse sei solo tu ad aver preso troppe botte in testa"
"Tutto merito delle tue stupide battaglie"
"Mica ti ho detto io di fare la guardia reale, potevi fare il contadino, o magari il pescatore"
"Magari... ma poi chi ti avrebbe insegnato a cavalcare e combattere decentemente e non come gli altri nobilotti damerini?"
"Touché.
Ma la sostanza non cambia purtroppo.
Sto invecchiando Beren... sto invecchiando per essere il Re che sono.
Non voglio finire il mio Regno curvo sorretto da un bastone, rinchiuso dentro questo palazzo a dare ordini, dichiarare guerre e stringere accordi che non posso vedere, toccare e fare io stesso.
Non voglio essere come tutti gli altri sovrani, troppo spaventati di morire per scendere in campo, troppo vecchi per cavalcare alla testa dei loro uomini, troppo deboli per essere la tempesta che sono sempre stato.
Non potrò esserlo in eterno... e ormai dietro di me vedo più giorni da leone dei pochi che scorgo di fronte. Per quanto potrò essere così? Qualche anno?
Le nubi si addensano e i venti si alzano di nuovo come ogni volta, li sento, ormai li conosco e non voglio lasciare la mia terra senza qualcuno di degno.
E' tempo che le cose vengano messe a posto, che disponga tutto per il meglio e prepari il domani del Regno.
Fai un favore ad un vecchio amico, fallo tu, non voglio domande ne dover dare spiegazioni ad alcuno.
Prepara i messaggeri, e manda a chiamare i Lord di ogni territorio del Regno, il vertice dell'ammiragliato ed il sommo sacerdote.
Devi riunire il Consiglio della Corona qui a Bastiglia.
Non dare spiegazioni, non serviranno se sarai tu il latore della chiamata."
"Stannis..." disse Beren con il tono pesante di chi aveva finalmente capito dove il discorso era andato a parare.
"Per favore, vai prima che il mio orgoglio mi faccia cambiare idea."
Passi pesanti si allontanarono dalla Sala del Trono lasciando la stanza ed il Re in un profondo e assordante silenzio.
Stannis sedeva dritto sul trono vestito come suo solito di abiti e vesti poco decorate, un lungo giacco di cuoio sormontava una veste semplice, quasi grezza se non fosse stata per i materiali di pregio, solo alla chiusura delle porte si appoggiò allo schienale con un lungo respiro.
Il sovrano di Bastiglia era ormai un uomo dai capelli canuti, energico e particolarmente diretto, sebbene ormai ampiamente nella seconda metà della cinquantina, in vista dei sessantanni.
"Beren credo stia giungendo il tempo" disse dopo essere stato qualche tempo immobile con gli occhi chiusi.
"Di cosa Maestà?" rispose una figura apparsa dalle ombre di un ala laterale della sala.
"Non c'è più nessuno in questo salone non dev..."
"Di cosa Stannis?" lo interruppe la figura che a lunghi passi arrivò davanti allo scranno di poco sopraelevato.
"E' buffo come quelli della tua razza, malgrado il tempo passato con noi razze brevi, non riescano mai a comprendere bene il nostro tempo.
D'altronde come potreste... ma guardati... sei uguale al primo giorno in cui ti ho visto quasi vent'anni fa"
Beren era un elfo di stazza massiccia rispetto a quella dei suoi corrazziali, di aspetto giovanile non avrebbe dimostrato più di una trentina d'anni se fosse stato umano; il suo abbigliamento e armamentario era semplice e funzionale, non si discostava molto da quello di una fante di mare della tempesta, se non fosse stato per la finezza e la qualità di armi e vestiti.
"Sai..." continuò Stannis "mi è venuto in mente il mio primo giorno in questa sala, in questo palazzo... ormai diciannove anni fa.
Stessa sala, pressoché stessi arazzi, stesso trono, stesso Beren" disse accennando un sorriso "solo io sembro cambiato, o meglio, solo io sembro invecchiato tra queste mura... certo, la fuori" indicando la finestra "tutto è cambiato un bel pò.
Sei sempre stato al mio fianco in tutto questo tempo. Ogni viaggio, ogni guerra, ogni battaglia... un passo dietro a coprirmi le spalle o un passo avanti ad aprirmi la via.
Non ti devo aver reso facile la vita immagino, ma credo che tu l'abbia capito, e spero apprezzato con il tempo, il mio non essere di quei sovrani nascosti dietro comode mura mentre il suo popolo muore sui campi di battaglia."
"Stannis... sei in un momento nostalgia? Se vuoi ci mettiamo a parlare delle maree che non sono più le maree di una volta o del legno che non è più robusto come quello di quando eri giovane ma in quel caso mettiamoci comodi e con un bel pò di vino che devo sopportarti" sogghignò Beren.
"Sarete anche i primi nati su Ea... ma siete lenti ad arrivare alle cose quasi quanto ad invecchiare. O forse sei solo tu ad aver preso troppe botte in testa"
"Tutto merito delle tue stupide battaglie"
"Mica ti ho detto io di fare la guardia reale, potevi fare il contadino, o magari il pescatore"
"Magari... ma poi chi ti avrebbe insegnato a cavalcare e combattere decentemente e non come gli altri nobilotti damerini?"
"Touché.
Ma la sostanza non cambia purtroppo.
Sto invecchiando Beren... sto invecchiando per essere il Re che sono.
Non voglio finire il mio Regno curvo sorretto da un bastone, rinchiuso dentro questo palazzo a dare ordini, dichiarare guerre e stringere accordi che non posso vedere, toccare e fare io stesso.
Non voglio essere come tutti gli altri sovrani, troppo spaventati di morire per scendere in campo, troppo vecchi per cavalcare alla testa dei loro uomini, troppo deboli per essere la tempesta che sono sempre stato.
Non potrò esserlo in eterno... e ormai dietro di me vedo più giorni da leone dei pochi che scorgo di fronte. Per quanto potrò essere così? Qualche anno?
Le nubi si addensano e i venti si alzano di nuovo come ogni volta, li sento, ormai li conosco e non voglio lasciare la mia terra senza qualcuno di degno.
E' tempo che le cose vengano messe a posto, che disponga tutto per il meglio e prepari il domani del Regno.
Fai un favore ad un vecchio amico, fallo tu, non voglio domande ne dover dare spiegazioni ad alcuno.
Prepara i messaggeri, e manda a chiamare i Lord di ogni territorio del Regno, il vertice dell'ammiragliato ed il sommo sacerdote.
Devi riunire il Consiglio della Corona qui a Bastiglia.
Non dare spiegazioni, non serviranno se sarai tu il latore della chiamata."
"Stannis..." disse Beren con il tono pesante di chi aveva finalmente capito dove il discorso era andato a parare.
"Per favore, vai prima che il mio orgoglio mi faccia cambiare idea."
Passi pesanti si allontanarono dalla Sala del Trono lasciando la stanza ed il Re in un profondo e assordante silenzio.
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