Film Suspiria (remake), Thom Yorke & antisionismo (OT)

kyuss

Ninja Skilled!
per il remake del film horror italiano Suspiria è stato chiamato Thom Yorke per curare la colonna sonora
https://consequenceofsound.net/2017/05/thom-yorke-to-make-film-scoring-debut-with-suspiria/

The Radiohead frontman has been announced as the composer of Luca Guadagnino’s Suspiria. A remake of Dario Argento’s 1977 Italian horror cult classic, Guadagnino’s forthcoming adaptation stars Tilda Swinton, Dakota Johnson, Mia Goth, Chloë Grace Moretz, and Lutz Ebersdorf.


In the film, Johnson plays a young American ballerina named Susie Bannion, who “travels to the prestigious Markos Tanz Company in Berlin in the year 1977. She arrives just as one of the Company’s members, Patricia (played by Moretz), has disappeared under mysterious circumstances. As Susie makes extraordinary progress under the guidance of Madame Blanc (Swinton), the Company’s revolutionary artistic director, she befriends another dancer, Sara (Goth), who shares her suspicions that the Matrons, and the Company itself, may be harboring a dark and menacing secret.”

The film is being co-financed by Amazon Studios with a theatrical release planned for later this year.

Yorke definitely has a tall task ahead of him. The soundtrack for the original Suspiria was composed by Italian prog rock band Goblin, and is widely considered a masterpiece.

In addition to Yorke’s take on Suspiria, Radiohead fans can also look forward to two forthcoming film scores from Greenwood, including his latest collaboration with Paul Thomas Anderson. He’s also composing the forthcoming film You Were Never Really Here starring Joaquin Phoenix.

But first, Yorke and Greenwood will join the rest of their Radiohead bandmates for a European summer tour and headlining appearance at Glastonbury.
 

Mersault l'Apostata

Chosen one
Fantacalciaro
Andiamo avanti così, continuiamo a farci del male.
Il remake di Suspiria, cioè, dio boia.
Yorke poi, ormai da tempo è passato al lato oscuro della forza, lui e i suoi compari sono divenuti suckers of Satan's cock. Milionari sionisti e modaioli. Cani senza palle.
Ho bisogno di sublimare.
 

kyuss

Ninja Skilled!
Yorke poi, ormai da tempo è passato al lato oscuro della forza, lui e i suoi compari sono divenuti suckers of Satan's cock. Milionari sionisti e modaioli. Cani senza palle.
Ho bisogno di sublimare.

manca pro vaccini e che con i loro aerei privati spargono scie chimiche.. :wow:
 

Mersault l'Apostata

Chosen one
Fantacalciaro
No ma capiscimi, mica sono un grillino, mi riferivo al futuro concerto a Tel Aviv (loro che hanno fatto il boom come band impegnata) oltre al recente rilassamento commerciale (il cofanetto da 130€ per il ventennale di Ok Computer) di cui non c'era bisogno. La loro musica continua a piacermi (soprattutto i lavori di Jonny Greenwood), ma mi sembra abbiano un po' sbracato. Partecipare a quest'altra operazione reazionaria, il remake di Suspiria, mi fa ancor più calare le palle.
 

kyuss

Ninja Skilled!
No ma capiscimi, mica sono un grillino, mi riferivo al futuro concerto a Tel Aviv (loro che hanno fatto il boom come band impegnata) oltre al recente rilassamento commerciale (il cofanetto da 130€ per il ventennale di Ok Computer) di cui non c'era bisogno. La loro musica continua a piacermi (soprattutto i lavori di Jonny Greenwood), ma mi sembra abbiano un po' sbracato. Partecipare a quest'altra operazione reazionaria, il remake di Suspiria, mi fa ancor più calare le palle.

scherzavo ovviamente... non seguo i radiohead quindi non ho idea di cosa stiano combinando, ma alla fine fanno quello che fanno buona parte delle band, i soldi sono soldi.
certo l'etica ha la sua importanza, ma a volte forse ci aspettiamo "troppo", penso ai pearl jam e alla loro lotta contro ticketmaster, alla fine un nulla di fatto (avrebbero potuto provare insieme ad altri artisti di creare una piattaforma alternativa).
per i concerti in Israele, bisogna considerare che non sono tutti sionisti, fanatici o anti palestinesi.
ci sono israeliani che non condividono il "fascismo" del likud e degli ortodossi, cosi come tanti arabi israeliani.
allora forse è giusto che si dia la possibilità di assistere ad un evento musicale anche a queste persone (sicuramente non si vedranno ortodossi o fanatici ad un concerto dei radiohead)
 

Mersault l'Apostata

Chosen one
Fantacalciaro
per i concerti in Israele, bisogna considerare che non sono tutti sionisti, fanatici o anti palestinesi.
ci sono israeliani che non condividono il "fascismo" del likud e degli ortodossi, cosi come tanti arabi israeliani.
allora forse è giusto che si dia la possibilità di assistere ad un evento musicale anche a queste persone (sicuramente non si vedranno ortodossi o fanatici ad un concerto dei radiohead)

contro israele esiste da anni un boicottaggio culturale (oltre che accademico, economico, politico, sportivo, vedi BDS) che vede militare, solo in Inghilterra, gente come Roger Waters e Brian Eno. Decidere di suonare laggiù significa prendere una posizione politica sull'occupazione illegale dei territori palestinesi (denunciata e osteggiata da una ben nota risoluzione onu), sull'apartheid praticato nello Stato di Israele contro gli arabi-israeliani, oltre che sulle colonie illegali (anch'esse denunciate, da settant'anni, dalle nazioni unite).

Suonare in Israele significa stare dalla sua parte, significa voler partecipare alla normalizzazione di uno Stato criminale (ripeto, denunciato periodicamente dall'onu), uno Stato che altrettanto periodicamente bombarda e assassina, mentre cerca in tutti i modi di costruirsi una facciata pulita. significa essere complici, così come sono complici gli israeliani "buoni" che, come dici, non condividono il "fascismo" del likud e degli ortodossi, ma che non fanno niente per denunciarli, continuando a vivere tra un checkpoint e l'altro come se niente fosse. esistono infatti migliaia di israeliani realmente impegnati contro i crimini del proprio Paese: anch'essi, tra gli altri, hanno firmato la petizione che chiede ai Radiohead di annullare questo concerto. conosco personalmente israeliani che boicottano il proprio Stato a diversi livelli. la lotta della società civile, oltre a quella dei resistenti terroristi, esiste. i radiohead hanno deciso di stare dalla parte dei cattivi.
 

kyuss

Ninja Skilled!
così come sono complici gli israeliani "buoni" che, come dici, non condividono il "fascismo" del likud e degli ortodossi, ma che non fanno niente per denunciarli, continuando a vivere tra un checkpoint e l'altro come se niente fosse. esistono infatti migliaia di israeliani realmente impegnati contro i crimini del proprio Paese: anch'essi, tra gli altri, hanno firmato la petizione che chiede ai Radiohead di annullare questo concerto. conosco personalmente israeliani che boicottano il proprio Stato a diversi livelli. la lotta della società civile, oltre a quella dei resistenti terroristi, esiste. i radiohead hanno deciso di stare dalla parte dei cattivi.

non conosco cosi bene la situazione dei movimenti in israele, se non per qualche articolo o inchiesta che si riesce a leggere ogni tanto, ma mi fido se dici che loro stessi sono contro queste manifestazioni (anche se poi credo che anche tra i vari movimenti ci siano posizioni piu' o meno intransigenti ).
pero' mi chiedo se un concerto a tel aviv ,dove puoi esprimere il tuo dissenso contro le azioni israeliane nei confronti del popolo palestinese, non possa essere piu' "forte" di un boicottaggio.
sinceramente sono combattuto, comprendo il boicottaggio ma non e' forse piu' forte una protesta sul campo?
immaginiamo un concerto di the wall in israele, che impatto avrebbe?
bisogna vedere che tipo di show e quale il tema portante, magari lo show dei radiohead si rivilera' molto piu' utile di un boicottaggio per la causa palestinese.
 

Mersault l'Apostata

Chosen one
Fantacalciaro
:hosfacepalm:

mamma mia che coglione. really, really disappointing, anzi "upsetting". ma poi oh, dioboia,
“Imagine how this has affected me and Nigel’s relationship,” Yorke commented. “Thanks, Roger. I mean, we’re best mates for life, but it’s like, fuck me, really?”
quest'omuncolo viene a cacarci il cazzo con la sua bromance con Nigel Godrich (produttore dei Radiohead E di Roger Waters, ndr) come se fosse una cosa globalmente importante, in rapporto al fulcro del discorso, ovvero il boicottaggio culturale di Israele. L'argomento per cui lui non è d'accordo con esso è perlomeno discutibile, nel senso che se ne può parlare, ma il coglione viene a dirci non solo quanto sopra sulla sua amicizia con Godrich, ma anche che se l'è presa a male perché avrebbe voluto che Waters, Robert Wyatt, Ken Loach & Co. gliene parlassero privatamente, dimostrando quindi di non averci capito una mazza, o meglio di essere un coglione che non capisce o non vuole capire che la questione è politica e dunque pubblica, non privata, porcoddio. eppure lui è uno che da vent'anni - quando e come vuole - si occupa di politica, farcendo i suoi album di argomenti e riferimenti politici, nonché facendo diverse azioni e manifestazioni politiche riguardo il tema del riscaldamento globale (ma non solo). lui che su twitter si diletta ad attaccare Trump, l'Ukip e May, che cazzo fa? manda loro dei PM diocane?
Delusione e imbarazzo per l'uomo, che evidentemente a 50 anni, dopo aver sbracato musicalmente, getta finalmente la maschera dell'artista discreto, dell'antidivo ironico, per mostrare la sua faccia di merda da checca isterica (senza voler mancare di rispetto ad omosessuali ed esauriti).
 

kyuss

Ninja Skilled!
Open letter to Nick Cave: ‘Don’t go – not while apartheid remains.’


October 30th, 2017, London.

Dear Nick Cave and the Bad Seeds,

You are scheduled to perform in Tel Aviv on 19th & 20th November. Please don’t go.

In the words of a recent UN report, ‘Israel has established an apartheid regime that dominates the Palestinian people’.

Domination means Palestinian writers under house arrest. Literary festivals broken up. Travel bans for actors and musicians. Social media under surveillance. Media centres raided and plundered. The normalized use of military force against a captive population. The steady expansion of illegal settlements.

These are crimes. But when international artists of your stature, despite the appeals of Palestinians, continue to turn up on Israeli stages, the government which promotes these crimes takes heart: whatever it does, it seems there will be no penalty.

Like others who’ve added Tel Aviv to their touring schedule, you may say that you oppose Netanyahu. But it matters little whether or not artists endorse Israel’s government. It’s the fact they’re willing to perform in Israel that is important. It is seen as public approval for the status quo: that’s why Israel’s foreign affairs ministry celebrated Radiohead’s visit last July, while its media proclaimed their appearance as ‘the best hasbara Israel has received lately’.

Noam Chomsky has recently said he’s opposed to any appearance in Israel that is used to cover up the denial of Palestinian human rights. We hope you will agree with him.

Don’t go – not while apartheid remains. Stand true to your support for those who opposed Israel’s attacks on Gaza. Stand for freedom.

Yours sincerely,

Tunde AdebimpeSaleh BakriBreyten BreytenbachJudith ButlerCarmen CallilJulie ChristieMolly Crabapple
Angela DavisKate GrenvilleRonnie KasrilsKathryn KellyAL KennedyDeborah KingslandMarc Lamont HillMike LeighKen LoachThurston MooreNurit PeledJohn PilgerMichael RosenSamah SabawiAhdaf SoueifRoger Waters
Penny Woolcock
 

kyuss

Ninja Skilled!
fonte Rumore

Lo scorso anno Nick Cave aveva dovuto difendere la sua scelta di suonare due concerti in Israele da critiche e appelli da parte di artisti impegnati in supporto della causa palestinese, in particolare Brian Eno e Roger Waters. Ora, sul suo nuovo sito di domande e risposte, ha avuto modo di tornare sull’argomento e chiarire meglio la sua posizione, rispondendo alla domanda di un fan con una lettera proprio a Brian Eno. Ecco cosa ha scritto:

Caro Brian, chiaramente la decisione dei Bad Seeds di suonare in Israele è controversa per alcune persone. Ma per essere chiari: Io non supporto l’attuale governo di Israele, e non accetto che la mia decisione di suonare nel paese sia vista come un tacito supporto alle politiche del governo. Non giustifico le atrocità che descrivi; né le ignoro. Sono consapevole delle ingiustizie sofferte dai palestinesi, e mi auguro, con tutte le persone dalla buona coscienza, che queste sofferenze cessino grazie a una soluzione giusta e globale, che coinvolga gli enormi interessi politici di entrambe le parti in causa. Ma non supporto nemmeno il movimento di boicottaggio, come sapete. Penso che il boicottaggio culturale di Israele sia codardo e vergognoso. In effetti, questa è in parte la ragione per cui suono in Israele – non come supporto a un’entità politica ma come posizione contro chi vuole bullizzare, infamare e silenziare i musicisti. Non voglio entrare in discorsi dettagliati su come il boicottaggio di Israele può essere visto come antisemita e, oltretutto, inefficace (piuttosto, si rischiano posizioni più dure da parte di Israele contro quelli che supportate), ma perfino lo stimabile Noam Chomsky considera il BDS come illegittimo e intrinsecamente ipocrita. Quello che abbiamo realmente qui è una fondamentale divergenza di opinioni su quale sia lo scopo della musica. Mi colpisce mentre scrivo quanto più potente potrebbe essere il vostro messaggio che andaste in Israele e diceste alla stampa e alle persone israeliane quello che pensate del regime attuale, e poi faceste un concerto capendo che lo scopo della vostra musica è parlare a tutta la gente d’Israele. Questo avrebbe un effetto molto più grande del boicottaggio. Ora immagina se 1200 artisti inglesi che hanno firmato il vostro documento facessero la stessa cosa. Forse gli israeliani risponderebbeo in modo totalmente diverso. Per concludere, nonostante le cose giuste e sbagliate dell’azione di Israele nei territori occupati, Israele è una vera, vibrante ed efficace democrazia – sì, con membri arabi in parlamento – e quindi impegnarsi con gli israeliani, che votano, potrebbe essere più utile che spaventare gli artisti o zittirli.

La lettere poi continua con una precisazione:

Voglio solo aggiungere che Brian Eno, più di qualsiasi altro musicista, ha insegnato a me e ai miei amici come fare musica. I suoi dischi rimangono fra i più importanti ed essenziali che abbia mai ascoltato. Quindi, se sembra che ci sia un filo di angoscia in questa lettera, è proprio così. Sto scrivendo al mio idolo. Ciò nonostante, alcune questioni meritano risposta. Quanto dobbiamo allontanarci dalla natura trasformativa della musica per sentirci giustificati a farne un’arma e usarla per punire i cittadini comuni di Israele per le azioni del loro governo. Soprattutto, cosa ci ha portato al punto in cui alcuni musicisti pensano che sia etico usare forme di coercizione e intimidazione, in forma di lettera “aperta”, verso altri musicisti che non condividono il loro punto di vista? A volte mi chiedo se i Bad Seeds abbiano fatto la cosa giusta a suonare in Israele. Non so rispondere alla domanda. Capisco e accetto la validità di molte delle argomentazioni che mi vengono presentate. Alcuni dei miei più cari amici del mondo della musica hanno trovato molto difficile accettare la mia decisione, ma dopo molte considerazioni la decisione è stata presa: semplicemente non potevo trattare i miei fan israeliani con il disprezzo necessario per fare quello che mi chiedeva Brian Eno.
 
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