Il M5S all'esame romano

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Il progetto dello stadio è “catastrofico”. Raggi nei guai
Il giudizio del Politecnico di Torino è netto ed è una bocciatura sonora

di Redazione, 06 dicembre 2018 - 08:02


"Catastrofico”, fra virgolette, per rimarcarne l’importanza. Non ci sono sfumature o interpretazioni possibili: il Politecnico di Torino scrive: “lo scenario in presenza di evento sportivo restituisce un quadro “catastrofico””. Sipario. Se il Campidoglio pensava di incassare un via libera, un bollino blu, un visto si stampi facile facile, deve ricredersi, come riporta Il Tempo.


Il Dipartimento Trasporti dell’Ateneo torinese, guidato dal professor Bruno Dalla Chiara che firma la relazione giunta in bozza venerdì della scorsa settimana, è netto ed è una bocciatura sonora.


La viabilità del progetto Stadio, così come modificato all’Amministrazione 5Stelle che ha tagliato le opere pubbliche di mobilità pubblica e privata per ottenere la riduzione delle cubature, non funziona. E le simulazioni del traffico “paiono preliminarmente più concentrate a dimostrare, mediante micro-simulazione dinamica, come la viabilità al servizio dell’area oggetto della proposta d’intervento sul territorio sia funzionale ed adeguata”. Ancora: “le previsioni effettuate sono troppo ottimistiche rispetto alla realtà che si andrà ad affrontare”.

Insomma, previsioni di traffico, simulazioni e analisi non è che siano sbagliate (anzi, viene scritto “le analisi sono state condotte in modo professionale dalle società esterne incaricate e in modo sempre professionale sono state effettuate le verifiche da Roma Servizi per la Mobilità”) ma non sono, di fatto, esaustive. Mancano verifiche sulle “grandi problematiche” di macro area: in sostanza, quando si verificano i flussi di traffico nell’ansa di Tor di Valle, la simulazioni vanno pure bene ma “occorre tenere conto che tali flussi veicolari devono poter arrivare presso lo Stadio grazie alla rete primaria di contorno che purtroppo non è in grado di smaltirli se non a scapito di gravi disagi collettivi: abbondanti, capillari e distribuiti”. E, quindi, appena si allarga il quadro d’insieme, ecco che la situazione cambia.

Si legge a pagina 26 della relazione, subito dopo aver definito “catastrofico” l’impatto sul traffico di una partita: “sono molti gli interrogativi che accompagnano gli studi prodotti per questo intervento e troppo evidenti sono le criticità fin da ora riscontrate per poter fornire un giudizio positivo in merito alle possibili ricadute sul traffico stradale capitolino; traffico già normalmente in stato di forte congestione, e che, nel complesso, non vede trarre beneficio dagli interventi infrastrutturali a carico della rete: la sola unificazione della viabilità in corrispondenza dell’intervento e il Ponte dei Congressi non possono risolvere le criticità già ora presenti che in futuro verrebbero acuite da un tale intervento”.

È “sufficiente che un singolo anello della catena venga meno per generare un ulteriore aggravio di questa situazione già compromessa”. E non è che lo scenario mattutino sia poi tanto diverso: “ben si comprende come la rete non possa funzionare in fase di adduzione allo Stadio con un blocco pressoché totale della rete primaria in termini di assi e nodi di connessione” (pag. 16). Insomma, “avallare un’opera, avendo riscontrato una tale ipotesi di funzionamento o, meglio, di non funzionamento della rete, non è sicuramente un punto di partenza ottimale” e “il Ponte dei Congressi non può risolvere i problemi”.

Senza quel Ponte, poi, “con la sola presenza della via del Mare/Ostiense unificata è evidente come la situazione non possa che essere peggiore di quella già evidenziata e, pertanto, a maggior ragione assolutamente non sostenibile da parte della viabilità”.

Infine, quattro pagine vengono dedicate, in conclusione, all’analisi del trasporto su ferro. Al di là di alcune problematiche rilevate dal Politecnico – la mancanza di informazioni sul sistema di segnalamento in uso sui treni della Roma-Lido – secondo i professori torinesi l’architettura del progetto potrebbe anche reggere. Ma, a un paio di condizioni, tutte piuttosto onerose economicamente e lunghe come tempistica. La prima è che l’attuale fermata Tor di Valle della Roma-Lido divenga una vera a propria stazione. Ma, soprattutto “forti dubbi sorgono circa l’effettiva sostenibilità del servizio dal punto di vista della stabilità dell’esercizio: un servizio ad alto cadenzamento impostato su itinerari incompatibili. La Roma-Lido non risulta essere oggi in grado di rispettare gli orari”, quindi serve una ristrutturazione globale della linea.
 

kyuss

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Bilancio «non veritiero e corretto», eppure il Campidoglio lo approva. L’Oref, l’organismo di revisione economica e finanziaria del Campidoglio, «boccia» i conti del Consolidato 2017, ovvero il documento contabile che comprende il bilancio del Comune, quelli delle società partecipate e, soprattutto, il rapporto debiti/crediti tra l’azionista e la galassia delle sue aziende. Nelle conclusioni alla relazione del 21 dicembre i revisori scrivono che il Consolidato «non rappresenta in modo veritiero e corretto la reale consistenza economica, patrimoniale e finanziaria dell’intero gruppo di Roma Capitale». Motivo? L’esclusione dal documento di cinque società, due con un peso (e un debito) enorme che grava sul Comune. L’Oref, quindi, ha invitato il Comune a «rideterminare il perimetro di consolidamento» comprendendo le società escluse.

Il riferimento è a Roma Metropolitane e Farmacap, cioè società che «presentano criticità tali da determinare un impatto», si legge nella relazione; ma anche a Centrale del Latte e Atac - che, dopo l’assemblea dei creditori, attende a gennaio l’ok del tribunale sul concordato preventivo. E pure l’Ama, la cui posizione è rimasta in sospeso dopo il disallineamento con i conti del Comune sulle poste contabili (18 milioni) relative ai servizi cimiteriali: «Abbiamo chiesto il bilancio, ma non lo abbiamo visto, e questo è già un elemento di criticità enorme», ha spiegato ieri in Aula la presidente dell’Oref, Federica Tiezzi. Da lì «la rappresentazione non veritiera» dei conti globali.


«È solo una relazione», la replica del titolare del Bilancio, Gianni Lemmetti, che prima ha spiegato le esclusioni con le difficoltà per le aziende di presentare bilanci pregressi, poi ha ammesso che «era impossibile dare una rappresentazione veritiera e corretta delle società», e quindi ha incassato l’ok dell’Aula sul documento. In passato, dopo altre bocciature, il Campidoglio ha accusato l’Oref di fare un uso «politico» di pareri e relazioni. E anche stavolta, nonostante l’approvazione, la polemica è scattata, con il Pd che ha chiesto a Raggi e Lemmetti di riferire in Aula. «Un’altra sonora bocciatura per la giunta - la nota dei dem in Comune -, una pessima notizia per i romani ancora una volta costretti a prendere atto di una Capitale senza governo».



https://roma.corriere.it/notizie/po...to-998b76c2-0a1b-11e9-a49c-4bf0b44c41d0.shtml
 

Shaka

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Fantacalciaro
Mo regà non vorrei passare per l'antigrillino a prescindere, ma Roma in questi due anni è diventata veramente uno schifo, più di prima.
Cioè, davvero, basta semplicemente camminare per una via del centro per vedere il totale degrado e abbandono in cui versa la città. Ultimamente sto andando spesso a Milano e il confronto davvero è incredibile. Quasi non sembra di stare nella stessa nazione.
Cioè, prima lo stesso capitavano i momenti di immondizia intorno ai secchioni, ma erano periodi. Ora oltre al fatto che è costante, c'è anche un degrato generale delle strade, dei giardini, della sporcizia sui marciapiedi (quella degli incivili romani e turisti che buttano per terra le cartacce, bottiglie e plastiche varie)...e parlo della zona che giro io di solito, Trastevere, quindi centro città centro turistico, non dico Tor Bella Monaca, Corviale, Prima Porta, Centocelle...li non oso proprio immaginare com'è la situazione. Favelas proprio, se il centro è così.
 

kyuss

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kyuss

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ennesimo regalo
https://www.huffingtonpost.it/2019/...-governo-vuole-anche-la-sanatoria_a_23644263/

Prima la proroga delle concessioni per quindici anni e poi la sanatoria. Per i gestori degli stabilimenti balneari oltre al rinnovo della concessione sul demanio marittimo è prevista la sospensione dei contenziosi amministrativi e il blocco delle procedure di decadenza e revoca delle concessioni per chi ha contenziosi per canoni non pagati. Tutto cancellato grazie a due emendamenti al decreto Semplificazioni depositati dai senatori gialloverdi Marti e Augussori per la Lega e Croatti e Dessì per il M5S, e che ricalcano le proposte segnalate dal sindaco dei balneari guidato da Antonio Capacchione.

Secondo il leader dei Verdi Angelo Bonelli le radici della faccenda affondano nel lungomare di Ostia, "il mare della Capitale, simbolo dell'illegalità nella gestione del demanio marittimo. In virtù di questi emendamenti se approvati – spiega - molti stabilimenti torneranno nella disponibilità dei titolari della concessine come ad esempio lo stabilimento Le Dune ad Ostia dell'Ing. Renato Papagni leader di un sindacato dei balneari".

Renato Papagni è l'imprenditore che incontrarono tempo fa, si parla del 2015, l'ex componente del direttorio Carla Ruocco e Paolo Ferrara, allora capogruppo M5s in Campidoglio, che poi hanno definito il colloquio "un incontro con gli imprenditori onesti". Lo stabilimento di Papagni a novembre dello stesso anno è stato posto sotto sequestro insieme a un ristorante per abuso edilizio. Abuso per il quale Papagni è stato rinviato a giudizio. Secondo un'informativa della Capitaneria di Porto resa pubblica dalla trasmissione Report, Papagni è sospettato di aver svolto il ruolo di intermediario in favore del boss di Ostia, Carmine Fasciani, rispetto alle vicende del Faber Beach, stabilimento sequestrato nel giugno del 2016.

"Dopo le norme approvate nell'ultima legge di bilancio come il salva ville sul demanio, la proroga della Bolkestein e il via libera a nuove concessioni con conseguente privatizzazione e cementificazione delle ultime spiagge libere – dice ancora Bonelli - prosegue l'assalto alle coste preparando la strada alla sdemanializzazione ovvero alla svendita di un bene comune come i litorali del nostro paese".

Tutto ciò, secondo i Verdi, avrebbe un costo di 100 milioni di euro: "Questi emendamenti avranno un costo per le casse dello stato di quasi 100 milioni di euro all'anno e così oltre a pagare affitti ridicoli saranno di fatto i cittadini a pagare i canoni delle spiagge che ricordo sono una beffa per chi crede nella giustizia considerato che oggi lo Stato incassa dalle concessioni demaniali solo 103 milioni di euro a fronte di un'evasione, secondo l'agenzia del demanio del 50%".

In più adesso tutti i pagamenti pendenti alla data del 29 novembre 2018 sono sospesi sino al 29 novembre 2020. Una sospensione estesa "fino alla generale revisione del sistema delle concessioni". Gli emendamenti fanno il paio con la deroga alla direttiva Bolkestein che salva i balneari per altri quindici anni.



Gabriella Cerami
 

kyuss

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Picchi di comicità

Lettera del ministro Tria al Comune sull'immobile occupato in via Napoleone III. "Palazzo stabile e pulito, non è priorità per prefettura e demanio"
di LORENZO D'ALBERGO20 Febbraio 2019

La lettera firmata dal capo di gabinetto del ministero dell'Economia è una doccia gelata per il Campidoglio. Arrivata ieri sulla scrivania della sindaca Virginia Raggi, la nota del dicastero guidato da Giovanni Tria imbriglia una delle ( poche) battaglie sostenute assieme da M5S e Pd in consiglio comunale: la sede di CasaPound in via Napoleone III, pieno Esquilino, non verrà sgomberato.
Non subito, come si legge nella missiva, perché il palazzo di proprietà del Demanio occupato dai "fascisti del terzo millennio" non è a rischio crollo e non presenta nemmeno particolari problemi sotto il profilo igienico.
Così la vede il Mef, che di fatto fa propria la linea del vicepremier leghista e ministro dell'Interno Matteo Salvini sul caso dell'immobile preso dalle 'tartarughe frecciate' dal 27 dicembre 2003 e da quel momento in poi mai liberato. Prima di rispondere alla prima cittadina grillina, che si era messa in moto su richiesta dell'Assemblea capitolina, il ministero ha bussato prima all'Agenzia del Demanio e poi in prefettura. E da entrambi gli enti ha ricevuto la medesima risposta: la sede di CasaPound non è tra le priorità, non è tra i primi palazzi da sgomberare nella lunghissima lista di quelli occupati nella capitale.

Prima ci sono i 22 per cui ci sono sentenze o ordinanze del tribunale che impongono il rilascio e minacciano di costare condanne milionarie al Viminale in caso di mancata esecuzione. Su via Napoleone III, invece, la giustizia si è dovuta arrendere davanti alla trasandatezza della pubblica amministrazione: nel 2003 nessuno dirigente del Miur, il ministero a cui il Demanio aveva affidato il palazzo, firmò la querela necessaria per avviare il processo per occupazione abusiva. Nessuno denunciò i quattro responsabili del blitz e il processo morì sul nascere. Ora il bis con il "no" del Mef al Comune: i militanti di CasaPound restino al loro posto. Anche se abusivi.
 

Shaka

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Fantacalciaro
Che poi la verniciatura è stata fatta proprio a merda. Fa più schifo adesso che con la scritta...qualsiasi scritta poteva esserci, storica o no. Anche se c'era scritto "viva la Fregna" sarebbe stato più decoroso della pezza messa
 
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