Nel cuore più nero della notte, Britannia urlava e scalpitava più del normale: sentinelle cavalcavano a destra ed a sinistra con torce e cavalli nella speranza di non trovare qualcosa di insolito sul proprio cammino; corvi arrivavano da ogni castello ed ogni viscontado dell'Impero, portando nuove riguardo al sinistro accaduto; i Savi della Real Accademia erano in fermento in ogni angolo di Taraska, spaccandosi i crani con i rispettivi pareri durante le loro disquisizioni o ingobbendosi sul Liber Benericarum ed anche sul Liber Maleficarum, cercando una risposta che in definitiva non arrivò.
Nulla sembrava cambiato dalla notte precedente, e come ogni notte le ore si susseguivano inesorabilmente uguali, come se il mondo non fosse partecipe del cambiamento in atto; ma un cambiamento v'era stato, e nella cima più remota della torre più alta tre persone lo sapevano benissimo. Tre fratelli, due maschi ed una femmina.
« Niente nemmeno da Naelos e Doravos. Non v'è traccia di demoni in Britannia. » disse Cristopher dopo aver scartato con velocità furente le ultime due missive provenienti dalle provincie ed aver tirato un sospiro di sollievo.
« Sia lodato il Padre... » questo era Lelouch, che davanti alla prospettiva della sua gente trucidata dalle creature dell'Altro Mondo già aveva il cuore pieno di angoscia, terrore e rabbia.
Silenziosa era rimasta invece Marianne, pensosa, il mento tra l'indice ed il pollice sulla cartina di Ea assieme ai suoi occhi, che scrutavano furiosamente la superficie del mondo in ricerca di una risposta. Non trovandola, anch'ella si rilassò leggermente, ma a differenza dei suoi due fratelli rimase più concentrata e tiepida alla buona nuova.
« Eppure un disturbo v'è stato, lo avete percepito anche voi » disse dopo essersi poggiata al pesante tavolo in frassino davanti a loro. Effettivamente era stato così: per quanto non tutti dediti agli studi magici, la discendenza diretta del Profeta Clovis si era da sempre dimostrata particolarmente sensibile ad i flussi di mana ed in generale all'equilibrio magico mondiale; vuoi per dono del Padre o per semplice coincidenza, per questo motivo tutti e tre si erano svegliati sudati nel cuore di quella afosa e nera notte con la paura di star subendo lo stesso scempio ricevuto dalle alleate Arpie.
« Non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Mi dirigerò a Kyrne Lamiya e... »
« Oh sì, Kyrne Lamiya, così potrai parlare a nome della nazione e farci inculare tutti come piace a te. »
Un silenzio assoluto e imperituro avvolse la stanza. Poi sopraggiunse la risposta indignata del Sacro Imperatore, che alzandosi in piedi cominciò ad urlare verso il fratello minore.
« Tu non parlerai così a nostra sorella, è chiaro? Non finché io sarò il dannato Sacro Imperatore di Britannia. »
« Fratello, ti prego, so difendermi da sola. » disse Marianne, calmando Lelouch dalla sua furia.
« Io posso anche farmela con le arpie, ma almeno molte di loro sono considerabili anche utilizzando standard umani come delle gran fighe. Tu invece mi sembra che di recente ti stia divertendo ad intrallazarti con Visconti un po' troppo in là con gli anni... Voci girano che ti piaccia la carne più stagionata: è come il vino, più invecchia e più acquista sapore. »
Adesso fu Cristopher ad alzarti in piedi, ben oltre il furioso e l'offeso. Ogni loro riunione ed incontro finiva così, con due che continuavano a pizzicarsi in maniere più o meno forti ed il terzo che doveva far da pacere. Discuterono animosamente per almeno dieci minuti prima che Lelouch si imponesse in stazza, presenza e titolo per tagliare la questione dal collo come se fosse un'esecuzione.
« ADESSO BASTA. Per stasera non tollererò più una frase di troppo da voi due. »
Alle parole assolute del fratello maggiore nonché Sacro Imperatore entrambi si calmarono, non senza borbottare. Lelouch si sedette spossato sulla sua sediola, sbuffando per l'arduo compito che era tenere a bada le teste calde della progenie di suo padre.
« Siamo il ramo principale dei Cloveringi, siamo il volto e l'incarnazione della nazione nonché i loro protettori: dovremmo comportarci con un minimo di onore e rispetto reciproco, non insultarci come gli ultimi pescivendoli e paesani in circolazione. Specialmente di questi tempi. »
Un'altra volta cadde il silenzio. Una famiglia solo riavvicinata dai recenti eventi ma ancora fortemente divisa quella dei Cloveringi, specialmente nella punta di diamante rappresentata dai tre presenti nella stanza. Rimasero per lunghi secondi a pensare silenziosamente, stremati dalla tarda ora, dalle ore di sonno sprecate e dal trasporto emotivo impresso nell'appena terminato litigio. Fu Cristopher infine a parlare per primo.
« Non intendo perdonare le offese, né intendo scusarmi per ciò che ho detto » Inspirò profondamente prima di continuare. « Ma su una cosa Lelouch ha ragione ed è rimanere uniti in questo genere di avvenimenti: qualunque cosa sia accaduta o chiunque l'abbia causata dovrà essere estirpato come mala erba, e questo io prometto di fare fosse anche l'ultima cosa che faccio. »
Guardò poi Marianne, sperando di trovare una nota di assenso alle sue parole. La sorella ricambiò lo scambio prima di riportarlo sulla cartina e, finalmente, rispondere.
« Questo è forse il primo ed unico argomento su cui siamo d'accordo da mesi. » disse al fratello sinceramente trasportata dall'odio e la volontà di sterminare le creature dell'Altrove. Infine, dopo aver fatto un singolo movimento d'approvazione del capo fece il giro del tavolo fino ad arrivare davanti al fratello Cristopher. Davanti a lui, avrebbe offerto l'avambraccio destro in segno di tregua: non una stretta di mano, bensì il saluto dei guerrieri.
« Per Britannia. » disse, seriosa.
Cristopher guardò l'avambraccio e poi la forza trasmessa nell'espressione della sorella; e trasportato anche dall'amore che provava dentro di sé per quella parte della propria famiglia fece schioccare il proprio avambraccio su quello della sorella, in un modo in cui si salutano solo i compagni d'arme.
Ancora una volta, la Nazione si trovava unita dall'istinto di sopravvivenza e dalla guerra.
« Per Britannia. »