Nei giorni in cui Guendalo imparò l'arte dell'incantamento dei serpenti, Despin dovette tornare in patria ad Afragolius a seguito di una missiva del consiglio Afrano, lasciando Guendalo da solo ad affrontare l'ordalia di Ogigia.
E a quanto pare l'ordalia iniziò ben prima del previsto: circondato da serpenti velenosi, Guendalo sentì l'adrenalina salirgli in corpo e si preparò a calciare quelle bestie quando lo zufolo, lanciato da Nagainfamebastardo o come si chiama, lo colpì in testa e lo fece rinsavire. L'eroe lo afferrò prima che cadesse e cercò di portare alla sua memoria gli insegnamenti del maestro... "Forza Guendalo, hai passato gli ultimi due giorni ad imparare queste cose... ed hai visto Hermes in persona manovrare gli animali con questo medesimo Zufolo. Quanto cazzo è bello sto Zufolo" Pensò tra sé e sé mentre portava lo strumento alla bocca.
"Mi vedono come una preda, forse? No, sono troppo grosso. Probabilmente mi vedono più come una minaccia di cui è bene liberarsene..." Continuò a pensare Guendalo, mentre i serpenti si avvicinavano sempre più.
In fine si decise. Come prima cosa cercò di rilassare i muscoli, assumendo una posa più rilassata e decisamente meno difensiva e, ovviamente, nemmeno offensiva. Cercò di comportarsi come se fosse un elemento neutro, un elemento che non voleva fare alcun male ad alcuno degli animali presenti nella fossa e la melodia che cercò di riprodurre con lo Zufolo era la medesima che il suo maestro riproduceva quando voleva che gli animali si allontanassero. Dopotutto, i serpenti di norma non uccidono animali troppo più grossi di loro per mangiarseli, ma solo per autodifesa. Pian piano, cercò di riprodurre anche la posa che assumeva il maestro, cercando di mantenere salde sia la calma fisica che mentale. Ogni pensiero svanì nella già solitamente vuota testa di Guendalo.