Countdown to Armageddon

Epitaffio

SoHead Technician
Mhà penso sia veramente l'ultimo dei problemi di questa coalizione.

Partendo dal presupposto che personalmente non ci ho mai trovato granché di sbagliato, alla fine la politica è anche e sopratutto compromesso. Poi si può discutere che la parte per cui si "chiede lo scambio" possa essere sbagliata/illegale/etc ma l'idea di base ci sta.
Se vuoi il mio supporto in questa cosa tu devi supportarmi in quest'altra
 

kyuss

Ninja Skilled!
Oddio mettere sullo stesso piano una vicenda "personale" e un infrastruttura da centinaia di milioni di euro che coinvolge mezz'europa... Passi lo scambio di favori, ma qui mi pare non sia uno scambio equo
 

Epitaffio

SoHead Technician
Ah bè li entriamo in altri tipi di valutazioni, facevo un ragionamento alla base dello scambio di favori, non tanto sul contenuto degli scambi...
 

kyuss

Ninja Skilled!
25 feb 2019 13:20

LA "CASTA" SONO SEMPRE GLI ALTRI? - SORPRESA: LO STAFF DI CONTE A PALAZZO CHIGI COSTA PIÙ DI QUELLI DI GENTILONI E RENZI! – I GRILLINI SI SONO ACCORTI CHE FARE POLITICA COSTA, E INFATTI TRA STIPENDI DEI COLLABORATORI, MINISTRI SENZA PORTAFOGLIO E SOTTOSEGRETARI NEL 2019 LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO COSTERÀ AGLI ITALIANI 16 MILIONI E 812 MILA EURO – IL MINISTRO DELLA FAMIGLIA FONTANA SI AVVALE DI 19 PERSONE, CASALINO HA 27 GIORNALISTI ALLE SUE DIPENDENZE…


Franco Bechis per “il Tempo”



Sorpresa: proprio il governo gialloverde che aveva come bandiera il taglio dei costi della politica, li ha fatti esplodere a palazzo Chigi. Tanto che per gli staff degli inquilini della presidenza del Consiglio si spenderanno in questo 2019 la bellezza di 16 milioni e 812 mila euro, che sono esattamente 866.480 euro più di quanto non spendeva Paolo Gentiloni e 2 milioni e 641 mila euro più di quanto non spendeva Matteo Renzi. Complessivamente gli uffici di diretta collaborazione del premier, dei due vicepremier, dei ministri senza portafoglio e dei sottosegretari alla presidenza del Consiglio (in tutto sono 20) contano 218 persone.



All'epoca di Gentiloni erano 202, quindi 16 in meno. All'epoca di Renzi erano 184, quindi 34 in meno. Il costo medio per collaboratore è invece sostanzialmente identico: un po' più alto quello di Gentiloni (78.938 euro) rispetto a quello di Conte (77.119 euro), un po' più basso invece quello di Renzi (77.014 euro). All'interno del nuovo governo i collaboratori di Conte sono 74, di cui 27 all'ufficio stampa e del portavoce guidato da Rocco Casalino.


Fra tutti gli altri inquilini di palazzo Chigi lo staff più nutrito è quello del ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana (19 collaboratori), seguito dal ministro dei rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro (15) e dalla ministra della Funzione pubblica Giulia Bongiorno (15) a pari merito. A quota 14 collaboratori c'è al momento l'ancora ministro dei rapporti con la Ue Paolo Savona. A quota 13 il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti a pari merito con il ministro per il Sud, Barbara Lezzi. A quota 12 il ministro degli Affari regionali Erika Stefani.


Seguono: il vicepremier Luigi Di Maio (9), il sottosegretario Luciano Barra Caracciolo (8), l'altro vicepremier Matteo Salvini (7), il sottosegretario Guido Guidesi (6), poi il sottosegretario Vincenzo Spadafora (5). A quota 2 Vincenzo Santangelo e Simone Valente, entrambi sottosegretari. Hanno solo una segretaria personale invece Stefano Buffagni, Mattia fantinati, Giuseppina Castiello e Vincenzo Zoccano. Non ha nessun collaboratore indicato invece il sottosegretario Vito Crimi.
 

kyuss

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https://www.lastampa.it/2019/03/08/...e-sposa-la-I9fkhFIyr81GP2VvsFnFEN/pagina.html


Il consulente del governo che ha bocciato la Torino-Lione: “Ha i più alti benefici delle opere Ue”
Lo studio inviato a Bruxelles: creerà 800 mila posti, effetti senza precedenti



PAOLO COLONNELLO
08/03/2019
MILANO


C’è un documento della commissione Trasporti del parlamento europeo sull’impatto che potrebbe avere la Tav sui destini dell’Unione, che non lascia spazio a dubbi: il Trans European Transport Network, ovvero il sistema ferroviario che collegherà l’Italia al resto d’Europa, potrà avere risultati economici, ambientali e occupazionali senza precedenti. In particolare, il cosiddetto «corridoio mediterraneo» della Tav sarà in grado di generare i maggiori effetti occupazionali tra tutti i grandi progetti infrastrutturali europei in itinere.

La cosa singolare è che lo studio, un’analisi di costi e benefici svolto per l’Europarlamento che possiamo rivelare in anteprima, e che verrà presentato nei prossimi giorni a Bruxelles, è stato firmato, tra gli altri (un team di tedeschi e uno guidato dall’ex rettore della Bocconi, Carlo Secchi) anche da una società milanese, la Trt Trasporti e Territorio srl, società di consulenza specializzata in economia, pianificazione e modellistica dei trasporti, presieduta nientemeno che da Marco Ponti. Proprio lui, il consulente del governo che ha firmato il documento costi e benefici per il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, con il quale la Tav è stata irrimediabilmente bocciata. E che invece, nelle vesti di consulente europeo, con la società che presiede firma quasi contemporaneamente un altro documento in cui sostiene l’esatto opposto.


È vero che, molto saggiamente, il suo nome non compare direttamente in calce allo studio, mentre compaiono tutti gli altri membri della sua azienda, compresa Silvia Maffii che risulta essere amministratore delegato della società fondata dallo stesso Ponti nel 1992. Ma si tratta evidentemente di un estremo pudore, a meno che tra ieri e oggi Ponti non si sia dimesso dalla presidenza della sua stessa azienda.






Le reazioni

«Lo studio di cui siete venuti in possesso, effettivamente è stato consegnato almeno due mesi fa alla commissione Trasporti e se ne parla da tempo», spiega Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia, membro della stessa commissione. «Il fatto che sia firmato dalla società di Ponti suscita sconcerto visto quello che ha sostenuto in Italia. Ciò nonostante conferma anche che l’opera della Tav è necessaria se non vogliamo essere tagliati fuori dallo sviluppo e dall’Europa. E questo dimostra ciò che vado dicendo da anni: il collegamento della tratta Mediterranea è un vero punto di forza. Non a caso ho fatto inserire tra le tratte strategiche anche la Genova-Spezia che otterrà enormi benefici per Piemonte e Liguria».





lo studio, composto da circa centoventi pagine, è molto dettagliato e proietta gli effetti dell’opera fino al 2030, analizzando l’eventuale realizzazione dei vari “corridoi” europei del trasporto su rotaia, che comprendono anche la Tav. In particolare, «esiste un gruppo di “corridoi“ che mostra un impatto maggiore in termini di cambiamento nell’attività del trasporto ferroviario per passeggeri e merci; questo gruppo comprende il Mediterraneo, lo Scan Med e l’Atlantico. Questi tre corridoi mostrano un aumento delle attività di trasporto ferroviario superiore al 2 per cento per le merci (3,1% Atlantico, 2,9% il Mediterraneo) e superiore al 3% per i passeggeri (con punte del 5,7 e 4,7 rispettivamente nei corridoi Mediterraneo e Scan Med)».






Di più: «Si stima che il pieno sviluppo della rete principale, entro il 2030, genererà 800mila nuovi posti di lavoro in Europa». Mentre, «il miglioramento della connettività europea fornirà benefici economici a 7 milioni e mezzo di persone all’anno da qui al 2030». Così come «il Pil europeo dovrebbe avere un incremento dell’1,6% sempre al 2030». E infine, «verranno evitati 26 milioni di tonnellate di emissioni di ossido di carbonio nell’aria nell’ambito del settore dei trasporti».

Ricapitolando: se per la società di Ponti tutto ciò in Europa è un vero affare, per il consulente del governo Ponti in Italia la Tav non conviene. A questo punto forse a Ponti converrebbe rileggere con attenzione lo studio che l’azienda che presiede ha firmato.




La risposta del Mit

Fonti Mit replicano: «Lo studio riservato sul Corridoio Mediterraneo, commissionato dalla Ue e rivelato da La7, ha visto una partecipazione solo marginale della società `Trt trasporti e territorio´, presieduta dal professor Marco Ponti». È quanto fanno presente , sottolineando che il professore «non solo non ha firmato la ricerca, ma non ne conosce in alcun modo i contenuti». Inoltre, aggiungono le stesse fonti, «va precisato che si tratta di una analisi riconducibile a quelle di valore aggiunto, fondata sul moltiplicatore keynesiano, metodo che non ha nulla a che fare con la analisi costi benefici effettuata sulla tratta Torino-Lione».

www.lastampa.it
 

kyuss

Ninja Skilled!
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