Silen
Get a life
Questa volta la statua non riservò sorprese: nessun meccanismo nascosto, nessuna botola, nient'altro che una comunissima statua in marmo candido. L'altare dal canto suo era disadorno e coperto dalla polvere di interi secoli. Nè l'una nè l'altro sembravano nascondere segreti, e nemmeno trappole.
Più interessanti certtamente gli affreschi, anche se molto rovinati dall'usura del tempo. Tre di essi rappresentavano il dio in quelle che dovevano essere scene classiche della fede di Astera: nel primo affresco ricorreva il tema della grnade battaglia con il caos: il Dio guidava un esercito di mortali alla vittoria contro una armata di non morti e creature mutate. Celeze notò che nell'esercito di Astera sembravano esserci solamente umani e che delle altre razze di Ea non vi era traccia.
Il secondo affresco rappresentava una scena di giudizio: il Dio tendeva una mano benedicente verso una moltitudine in abiti candidi intenta in canti e preghiere. Più in basso e in posizione defilata alcuni non umani dai tratti piuttosto caricaturali , fra i quali erano riconoscibili hobbit, elfi driadi ed altri, vestiti di stracci sembravano implorare la pietà del dio, mentre in posizione ancora più defilata e coi tratti ancora più deformati, altri non umani fra i quali erano riconoscibili gli stessi Naga, le arpie, gli orchi e molte altre razze venivano scacciati e sterminati.
Nel terzo affresco sembrava essere stata ritratta la società perfetta, almeno come era concepita dai seguaci di Astera. Il Dio, ritratto questa volta in posizione remota nell'alto dei cieli osservava con palese benevolenza una città ordinata dove erano rappresentate varie arti e emstieri. Ovunque erano presenti cavalieri bardati nei simboli sacri (un pò come templari e altri rodini cavallereschi) che onni presenti sorvegliavano ogni cosa, e in un riquadro trascinavano via quelli che potevanoe ssere criminali o eretici, questi ultimi rappresentati cont ratti che erano palesi allusioni alle razze non umane.
Il quarto affresco si discostava leggermente da tema degli altri. Un grande inquisitore in elmo e armatura titaneggiava nell'affresco, risplendente in gloria e poere; un raggio di luce ne illuminava il volto severo che sembrava quasi scrutare minacciosamente il visitatore che si poneva di fronte ad esso in cerca forse di qualche peccato da giudicare e condannare. Nella destra stringeva una spada sguainata, la sinistra una chiave.
(Dipende un pò da voi e da quanto ci mettete a finire l'esplorazione...con un post in 15 giorni non si va lontano XD )
Più interessanti certtamente gli affreschi, anche se molto rovinati dall'usura del tempo. Tre di essi rappresentavano il dio in quelle che dovevano essere scene classiche della fede di Astera: nel primo affresco ricorreva il tema della grnade battaglia con il caos: il Dio guidava un esercito di mortali alla vittoria contro una armata di non morti e creature mutate. Celeze notò che nell'esercito di Astera sembravano esserci solamente umani e che delle altre razze di Ea non vi era traccia.
Il secondo affresco rappresentava una scena di giudizio: il Dio tendeva una mano benedicente verso una moltitudine in abiti candidi intenta in canti e preghiere. Più in basso e in posizione defilata alcuni non umani dai tratti piuttosto caricaturali , fra i quali erano riconoscibili hobbit, elfi driadi ed altri, vestiti di stracci sembravano implorare la pietà del dio, mentre in posizione ancora più defilata e coi tratti ancora più deformati, altri non umani fra i quali erano riconoscibili gli stessi Naga, le arpie, gli orchi e molte altre razze venivano scacciati e sterminati.
Nel terzo affresco sembrava essere stata ritratta la società perfetta, almeno come era concepita dai seguaci di Astera. Il Dio, ritratto questa volta in posizione remota nell'alto dei cieli osservava con palese benevolenza una città ordinata dove erano rappresentate varie arti e emstieri. Ovunque erano presenti cavalieri bardati nei simboli sacri (un pò come templari e altri rodini cavallereschi) che onni presenti sorvegliavano ogni cosa, e in un riquadro trascinavano via quelli che potevanoe ssere criminali o eretici, questi ultimi rappresentati cont ratti che erano palesi allusioni alle razze non umane.
Il quarto affresco si discostava leggermente da tema degli altri. Un grande inquisitore in elmo e armatura titaneggiava nell'affresco, risplendente in gloria e poere; un raggio di luce ne illuminava il volto severo che sembrava quasi scrutare minacciosamente il visitatore che si poneva di fronte ad esso in cerca forse di qualche peccato da giudicare e condannare. Nella destra stringeva una spada sguainata, la sinistra una chiave.
(Dipende un pò da voi e da quanto ci mettete a finire l'esplorazione...con un post in 15 giorni non si va lontano XD )