Silen
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La Guerra dei Giganti (o Seconda Guerra del Nord)
Allo sciogliersi delle nevi, il terribile conflitto che insanguina tutta la regione settentrionale di Ea riprende in tutta la sua forza. Le prime a muoversi sono le armate dei Rahonavidi e di Sylvania: il piano di battaglia alleato prevede un finto attacco che attragga l'attenzione del nemico in modo da sbilanciare lo schieramento di Carandor in vista del vero attacco composto dal grosso della fanteria pesante di Sylvania appoggiata dai più mobili schieramenti dei sauriani ma purtroppo tanta sottigliezza va del tutto sprecata poichè all'avvistamento del primo stendardo sylvaniano le forze di Carandor abbandonano le loro posizioni per ritirarsi in direzione della capitale, adottando evidentemente la tattica del cedere spazio per guadagnare tempo.
Quando il grosso delle armate nemiche, molestato solamente da alcune azioni di disturbo di piccola entità da parte di alcuni reggimenti sbandati, giunge a Galadrian non trova altro che la campagna deserta e le porte di Sivermoon solidamente sbarrate.
Sull'altro fronte della guerra gli Eldar, ormai messi all'angolo, optano per una strategia completamente diversa. Radunate dietro di sè tutte le forze disponibili nonchè gli alleati di Ishitara, i soldati di Miinonar partono al contrattacco affrontando nuovamente il grande esercito alleato nella piana di Ostsgil, quasi subito appoggiati dalla guarnigione della città che vedendo avvicinarsi i propri connazzionali tenta coraggiosamente una sortita per distogliere più truppe nemiche possibbili dal corpo principale dell'armata.
La mossa, decisamente inaspettata, suscita anche nei nemici degli eldar grande ammirazione per il loro impavido coraggioma la battaglia sembra destinata ad essere una ripetizione dello scontro dell'anno passati per quanto non tutti gli attori siano presenti: le forze dell'Impero meridionale infatti non sono presenti sul campo di battaglia, per quanto si possa argomentare che dragonidi, formian e driadi siano più che sufficienti ammontando ad oltre 54,000 soldati contro i 40,000 messi assieme dai loro avversari.
Nondimeno gli eldar sembrano essere entrati in battaglia guidati non solo dal proprio coraggio ma anche da un preciso piano di battaglia, come i fatti vanno a dimostrare: intuendo quale possa essere il punto debole delle driadi infatti i maghi eldar infondono tramite la propria magia divina spirito e volontà negli alberi dei boschi circostanti la città di Ostsgil creando così alcuni reggimenti di treant che vengono concentrati proprio contro le driadi.
La mossa suscita il più grande sconcerto nelle armate delle creature silvane, già basso per via del loro affiliamento con Shooting Star e i suoi dragonidi adoratori di Tiamat: in effetti la prima reazione delle driadi è di puro panico e interi reggimenti delle prime linee si disintegrano ritenendo che i treant simboleggino l'ira divina per la loro empia alleanza con i nemici dell'Albero della Vita; solo a stento le ufficialesse trattengono l'esercito dallo sbandarsi gridando alle soldatesse che si tratta solo di un trucco magico e che quelli sono solo pupazzi animati dai loro nemici...ma mentre le driadi sono paralizzate, il grosso degli eldar e degli uomini di Ishitara si lancia in una carica frontale contro Formian e Dragonidi.
A differenza delle driadi le truppe formian e i rimanenti dragonidi non perdono la calma: i lancieri vengono protati in prima linea per sostenere la carica nemica mentre arcieri formian ed arcieri a cavallo emrcenari bersagliano metodicamente i nemici di frecce...scoprendo così ils econdo brutto tiro giocato loro dagli eldar. Buona parte dei bersagli infatti una volta colpiti si limtia a svanire nell'aria, essendo null'altro che ombre evocate dalla magia per attirare i lanci dei tiratori nemici. Ovviamente non tutti i ebrsagli risultano essere fasulli e parecchi guerrieri colpiti in pieno cadono nella polvere ma indubbiamente grazie a questo stratagemma almeno una metà dei tiri formian vanno a vuoto permettendo alle forze elfiche di giungere a contatto col nemico.
Quello che segue è un furioso corpo a corpo, una battaglia senza esclusione di colpi che dura per una giornata intera, una fornace nella quale viene sacrificato il sangue di migliaia di soldati. I primi a cedere sono i dragonidi, il cui contingente pur resistente come da tradizione dei discendenti dei draghi, è troppo assottigliato numericamente per poter resistere a lungo in un simile carnaio. Dopo alcuni scontri furiosi le forze di Ishitara costringono il nemico ad arretrare su tutto il fronte finchè una carica delle forze di elite, i feroci cavalieri del grifone, infrangono il centro dello schieramenteo nemico.
La defezione dei dragonidi messi in fuga veiene appena compensata dal rientro in battaglia delle driadi che riescono finalmente a piegare i treant e a rientrare in battaglia. Le truppe delle driadi però, armate alla legegra come sono, subiranno perdite pesanti riuscendo a malapena a reggere lo scontro con le meglio equipaggiate armate dei loro avversari.
Lo scontro decisivo comunque avviene sull'altro versante, dove eldar e formian combattono avvinghiati in uno scontro mortale; ma per quanto insistano a lottare valorosamente aprendo grandi vuoti nelle file nemiche, gli eldar non riescono a fondare il fronte formian mentre il proprio fianco destro indietreggia pericolosamente sotto i contrattacchi nemici fino a sfaldarsi costringendo così i guerrieri di Minnonar alla ritirata.
La battaglia è vinta dalle forze avverse agli eldar, ma le perdite subite da questi sono spaventose. Quasi metà del contingente dragonide residuo (oltre 4400 guerrieri) è stata annientata; le driadi lamentano 4800 cadute e i Formian altri 5000.
Le forze di Ishitara lasciano sul terreno 5500 guerrieri e gli eldar altri 4600.
A differenza degli anni rpecedenti non si verificano battaglie di rilevanza sul mare per quanto le flotte unite di Ishitara e degli Eldar incrocino nelle acque del Mare delle Tempeste: le forze delle arpie paiono svanite nel nulla forse ritiratisi, forse nascoste dalla magia, finchè sul finire dell'anno una grande flotta dell'Impero meridionale getta le ancore nel porto di Yngold sbarcando lunghe file di schiavarazza e arpie vestite da armature di mithril...nonchè, fra lo stupore generale, diversi reggimenti di guerrieri centauri.
Allo sciogliersi delle nevi, il terribile conflitto che insanguina tutta la regione settentrionale di Ea riprende in tutta la sua forza. Le prime a muoversi sono le armate dei Rahonavidi e di Sylvania: il piano di battaglia alleato prevede un finto attacco che attragga l'attenzione del nemico in modo da sbilanciare lo schieramento di Carandor in vista del vero attacco composto dal grosso della fanteria pesante di Sylvania appoggiata dai più mobili schieramenti dei sauriani ma purtroppo tanta sottigliezza va del tutto sprecata poichè all'avvistamento del primo stendardo sylvaniano le forze di Carandor abbandonano le loro posizioni per ritirarsi in direzione della capitale, adottando evidentemente la tattica del cedere spazio per guadagnare tempo.
Quando il grosso delle armate nemiche, molestato solamente da alcune azioni di disturbo di piccola entità da parte di alcuni reggimenti sbandati, giunge a Galadrian non trova altro che la campagna deserta e le porte di Sivermoon solidamente sbarrate.
Sull'altro fronte della guerra gli Eldar, ormai messi all'angolo, optano per una strategia completamente diversa. Radunate dietro di sè tutte le forze disponibili nonchè gli alleati di Ishitara, i soldati di Miinonar partono al contrattacco affrontando nuovamente il grande esercito alleato nella piana di Ostsgil, quasi subito appoggiati dalla guarnigione della città che vedendo avvicinarsi i propri connazzionali tenta coraggiosamente una sortita per distogliere più truppe nemiche possibbili dal corpo principale dell'armata.
La mossa, decisamente inaspettata, suscita anche nei nemici degli eldar grande ammirazione per il loro impavido coraggioma la battaglia sembra destinata ad essere una ripetizione dello scontro dell'anno passati per quanto non tutti gli attori siano presenti: le forze dell'Impero meridionale infatti non sono presenti sul campo di battaglia, per quanto si possa argomentare che dragonidi, formian e driadi siano più che sufficienti ammontando ad oltre 54,000 soldati contro i 40,000 messi assieme dai loro avversari.
Nondimeno gli eldar sembrano essere entrati in battaglia guidati non solo dal proprio coraggio ma anche da un preciso piano di battaglia, come i fatti vanno a dimostrare: intuendo quale possa essere il punto debole delle driadi infatti i maghi eldar infondono tramite la propria magia divina spirito e volontà negli alberi dei boschi circostanti la città di Ostsgil creando così alcuni reggimenti di treant che vengono concentrati proprio contro le driadi.
La mossa suscita il più grande sconcerto nelle armate delle creature silvane, già basso per via del loro affiliamento con Shooting Star e i suoi dragonidi adoratori di Tiamat: in effetti la prima reazione delle driadi è di puro panico e interi reggimenti delle prime linee si disintegrano ritenendo che i treant simboleggino l'ira divina per la loro empia alleanza con i nemici dell'Albero della Vita; solo a stento le ufficialesse trattengono l'esercito dallo sbandarsi gridando alle soldatesse che si tratta solo di un trucco magico e che quelli sono solo pupazzi animati dai loro nemici...ma mentre le driadi sono paralizzate, il grosso degli eldar e degli uomini di Ishitara si lancia in una carica frontale contro Formian e Dragonidi.
A differenza delle driadi le truppe formian e i rimanenti dragonidi non perdono la calma: i lancieri vengono protati in prima linea per sostenere la carica nemica mentre arcieri formian ed arcieri a cavallo emrcenari bersagliano metodicamente i nemici di frecce...scoprendo così ils econdo brutto tiro giocato loro dagli eldar. Buona parte dei bersagli infatti una volta colpiti si limtia a svanire nell'aria, essendo null'altro che ombre evocate dalla magia per attirare i lanci dei tiratori nemici. Ovviamente non tutti i ebrsagli risultano essere fasulli e parecchi guerrieri colpiti in pieno cadono nella polvere ma indubbiamente grazie a questo stratagemma almeno una metà dei tiri formian vanno a vuoto permettendo alle forze elfiche di giungere a contatto col nemico.
Quello che segue è un furioso corpo a corpo, una battaglia senza esclusione di colpi che dura per una giornata intera, una fornace nella quale viene sacrificato il sangue di migliaia di soldati. I primi a cedere sono i dragonidi, il cui contingente pur resistente come da tradizione dei discendenti dei draghi, è troppo assottigliato numericamente per poter resistere a lungo in un simile carnaio. Dopo alcuni scontri furiosi le forze di Ishitara costringono il nemico ad arretrare su tutto il fronte finchè una carica delle forze di elite, i feroci cavalieri del grifone, infrangono il centro dello schieramenteo nemico.
La defezione dei dragonidi messi in fuga veiene appena compensata dal rientro in battaglia delle driadi che riescono finalmente a piegare i treant e a rientrare in battaglia. Le truppe delle driadi però, armate alla legegra come sono, subiranno perdite pesanti riuscendo a malapena a reggere lo scontro con le meglio equipaggiate armate dei loro avversari.
Lo scontro decisivo comunque avviene sull'altro versante, dove eldar e formian combattono avvinghiati in uno scontro mortale; ma per quanto insistano a lottare valorosamente aprendo grandi vuoti nelle file nemiche, gli eldar non riescono a fondare il fronte formian mentre il proprio fianco destro indietreggia pericolosamente sotto i contrattacchi nemici fino a sfaldarsi costringendo così i guerrieri di Minnonar alla ritirata.
La battaglia è vinta dalle forze avverse agli eldar, ma le perdite subite da questi sono spaventose. Quasi metà del contingente dragonide residuo (oltre 4400 guerrieri) è stata annientata; le driadi lamentano 4800 cadute e i Formian altri 5000.
Le forze di Ishitara lasciano sul terreno 5500 guerrieri e gli eldar altri 4600.
A differenza degli anni rpecedenti non si verificano battaglie di rilevanza sul mare per quanto le flotte unite di Ishitara e degli Eldar incrocino nelle acque del Mare delle Tempeste: le forze delle arpie paiono svanite nel nulla forse ritiratisi, forse nascoste dalla magia, finchè sul finire dell'anno una grande flotta dell'Impero meridionale getta le ancore nel porto di Yngold sbarcando lunghe file di schiavarazza e arpie vestite da armature di mithril...nonchè, fra lo stupore generale, diversi reggimenti di guerrieri centauri.
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