Space Monkey
IL PARTITO TI OSSERVA
L'esplosione economica del Giappone si è avuta negli anni '70 e '80 dello scorso secolo. La popolazione, giovane e dinamica, è stata spinta a porre liquidità nel sistema bancario che investì nelle industrie tecnologiche. Queste, avendo facile accesso al credito, riuscirono a prosperare sulla concorrenza occidentale. Il sistema si è inceppato negli anni '90, interessi industriali e politici avevano creato corruzione endemica.
Negli anni '10 del 2000 il sistema paese venne riavviato grazie a politiche di svalutazione dello yen e della spesa pubblica. Il Giappone superò tutti i record di deficit e debito pubblico grazie al sistema bancario appoggiato dai suoi cittadini. Una crisi demografica però ha colpito la nazione. La forza lavoro è divenuta esigua, la capacità di sorreggere il sistema di risparmio quasi azzerata. Sempre meno giovani hanno dovuto supportare la spesa pubblica di un crescente numero di anziani.
La spesa pubblica è entrata in una spirale impossibile da gestire. Il Giappone non è più uno stato ma un'enorme macchina burocratica che si autoalimenta tramite la svalutazione monetaria e spese pubbliche a favore dei settori industriali che puntano all'esportazione.
Nel frattempo i governi conservatori hanno impresso una politica estera attiva. Le forze armate sono state ampliate al fine di dare alla nazione un peso maggiore lungo le linee di rifornimento di materie prime, fondamentali per l'industria dell'export. L'alleanza con gli Stati Uniti e l'Australia è stata stretta come non mai e il trio, al di la della crisi economica di Tokyo, riesce ad imprimere un grande peso nel Pacifico.
E' chiaro a tutti però che tale sistema non potrà andare avanti a lungo. Il futuro del Giappone come grande potenza è del tutto incerto.
Tokyo riuscirà ad ribaltare la crisi demografica?
Il Pacifico resterà tale solo di nome?
La sete di materie prime porterà ad una competizione con la Cina in Asia e Africa?
Converrà stringere i rapporti con Washington o si dovrebbe aprire alla Cina?
Negli anni '10 del 2000 il sistema paese venne riavviato grazie a politiche di svalutazione dello yen e della spesa pubblica. Il Giappone superò tutti i record di deficit e debito pubblico grazie al sistema bancario appoggiato dai suoi cittadini. Una crisi demografica però ha colpito la nazione. La forza lavoro è divenuta esigua, la capacità di sorreggere il sistema di risparmio quasi azzerata. Sempre meno giovani hanno dovuto supportare la spesa pubblica di un crescente numero di anziani.
La spesa pubblica è entrata in una spirale impossibile da gestire. Il Giappone non è più uno stato ma un'enorme macchina burocratica che si autoalimenta tramite la svalutazione monetaria e spese pubbliche a favore dei settori industriali che puntano all'esportazione.
Nel frattempo i governi conservatori hanno impresso una politica estera attiva. Le forze armate sono state ampliate al fine di dare alla nazione un peso maggiore lungo le linee di rifornimento di materie prime, fondamentali per l'industria dell'export. L'alleanza con gli Stati Uniti e l'Australia è stata stretta come non mai e il trio, al di la della crisi economica di Tokyo, riesce ad imprimere un grande peso nel Pacifico.
E' chiaro a tutti però che tale sistema non potrà andare avanti a lungo. Il futuro del Giappone come grande potenza è del tutto incerto.
Tokyo riuscirà ad ribaltare la crisi demografica?
Il Pacifico resterà tale solo di nome?
La sete di materie prime porterà ad una competizione con la Cina in Asia e Africa?
Converrà stringere i rapporti con Washington o si dovrebbe aprire alla Cina?