BBC - Intervista al segretario Emem

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IL PARTITO TI OSSERVA
Intervista ad Emem, segretario del PSUF, da parte della BBC.


BBC: Signor Segretario, il suo paese sta vivendo un grande boom economico, in molti però lamentano uno scarso interesse del governo nel controllare la crescita al fine di ridistribuirla. Come si pone di fronte davanti a tali accuse?

Emem: Il controllo dell'economia è una cosa difficile da attuare. Proprio per questo motivo siamo partiti con l'idea di una crescita controllata; ammetto non ci aspettavamo questo boom improvviso. Da un lato è un grande successo per l'UDRA e per gli ideali che rappresenta, dall'altro ci pone di fronte ad un nuovo imprevisto problema, col quale tuttavia stiamo già iniziando ad approcciarci. Quest'anno abbiamo cominciato iniziative contro due fra i principali motivi di sperequazione economica: i sistemi clientelari e la corruzione, che seppur più contenuti di dieci anni fa sono ancora un evidente problema in tutto il paese. Sotto questo profilo, si sta rivelando estremamente fruttuosa la recente cooperazione con il Brasile.
In ogni caso, consideriamo comunque un successo il risultato ottenuto; la disoccupazione è sensibilmente diminuita e le condizioni di vita degli strati più bassi della popolazione sono migliorate sensibilmente.


BBC: Negli anni passati tra il suo paese ed il Regno Unito la tensione è stata alta in particolare dopo la decisione d'uscita dal Commonwealth. Ad oggi come sono i rapporti con i britannici?

Emem: Innanzitutto, tengo a chiarire che la decisione di uscire dal Commonwealth è stata in parte provocata da una politica particolarmente aggressiva da parte del Regno Unito durante quegli anni; il nostro paese è stato pubblicamente screditato con illazioni gratuite ed accuse infondate, da cui non a caso, in due recenti episodi, Kenya e Cameroon si sono dissociati. Dopo le recenti elezioni tuttavia non ci sono stati particolari rapporti con Londra, l'ambasciata britannica ad Abuja è, e rimarrà, aperta e funzionale, e di certo non respingeremmo eventuali tentativi di riavvicinamento.


BBC: L'intervento in Congo non è stato autorizzato dall'ONU ma nessuno ha protestato per la rimozione violenta del governo dell'imperatore Nortail. Ci può dare la sua opinione in tal merito?

Emem: Non dovrebbe sorprenderla, dopotutto l'ONU non ha reagito neanche davanti al genocidio dei Tutsi, nè di fronte alle altre recenti follie di Nortail. E non solo l'ONU, anche la maggior parte del mondo si è voltata dall'altra parte. Soltanto UDRA, Angola e SUM hanno deciso di intervenire, un intervento che a tutt'oggi ritengo sia stato necessario per le popolazioni locali e per la stabilità della zona, ormai da decenni in preda a conflitti interni che sembrano quasi irrimediabili.
Ammetto che inizialmente ci fidavamo della sua amministrazione, ed il suo successivo comportamento è causa di profondo imbarazzo per noi; inoltre, la partizione di una nazione unita è indubbiamente un passo indietro per il pan-africanismo, nonchè una sconfitta per gli ideali di Patrice Lumumba. Tuttavia era stato raggiunto il limite, e se fossimo rimasti a guardare ci saremmo resi complici dei suoi orrendi crimini.
Le tre nuove nazioni congolesi sembrano comunque ben disposte l'una verso l'altra, ed un riavvicinamento verso un'unità nazionale non è da escludere totalmente.


BBC: E' giunta la notizia di collaborazione tra UDRA e Brasile. Quest'ultimo vive un momento di estrema tensione con gli Stati Uniti d'America, crede che in virtù di tale collaborazione i rapporti con gli USA ed il suo paese possano subire un blocco?

Emem: E' difficile a dirsi adesso, ma contiamo di mantenere per quanto possibile un rapporto pacifico con gli Stati Uniti. Dopotutto, anche all'epoca degli screzi con il principale alleato statunitense, il Regno Unito, i nostri rapporti sono rimasti pressoché inalterati.


BBC: Crede che il prossimo anno il PSUF sarà rieletto dal popolo? Accetterete osservatori esterni durante le elezioni?

Emem: Ovviamente accetteremmo osservatori esterni. Quanto alla rielezione *ride* questo dovrebbe chiederlo al popolo. Gli ultimi sondaggi ci danno un'alta percentuale di consensi, ed il mondo intero ha visto quanto abbiamo fatto per la nazione e per l'Africa intera.


BBC: Può commentare la situazione in Etiopia ed in Sudan?

Emem: E' una situazione particolarmente intricata, ma è comunque la naturale evoluzione del rifiuto di Khartoum a concedere al sud il referendum concordato ormai quasi 20 anni fa con le Nazioni Unite. Prima dello scoppio della guerra civile e del precipitarsi della situazione, chiedemmo in Unione Africana che il Sudan venisse a patti con i secessionisti, per salvaguardare l'unità nazionale sudanese ed evitare un'inutile perdita di vite umane. Tuttavia così non è stato, Khartoum ha rifiutato qualsiasi compromesso precipitando tutta la nazione in una guerra civile da cui non so quanto presto potrà rimettersi. Di fronte a questo scenario, e dopo recenti ridicole affermazioni del Ministero degli Esteri sudanese [il riconoscimento degli stati secessionisti a caso, n.d.a.] la nostra posizione è di solidarietà con il Sudan del Sud ed il Darfur. L'unità africana si fa con la cooperazione, non con l'oppressione.


BBC: Crede che questi conflitti saranno il banco di prova per l'Unione Africana?

Io credo che lo siano già, l'UA ha risposto prontamente con l'invio di un contingente di peacekeeping. Non solo, ma con nostro grande piacere anche l'UPAO ha risposto compatta inviando un contingente unificato. Credo che questo sia un importante segnale di cooperazione e di volontà nel mantenere una stabilità in Africa, stabilità assolutamente necessaria alla crescita sociale ed economica del continente.
 
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