[Rahonavidi - Arpie] Ammiratori anonimi...

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Athoxa II Rahonavide sedeva sul trono Imperiale da ormai vent'anni. In tutta la durata del suo regno, ella aveva riso così di gusto poche volte. Solo due, a memoria di sauro, nella solenne Sala del Trono.
Comprensibile quindi lo stupore dei cortigiani, vedendola rovesciare la testa, spalancare le fauci, e levare alle volte di legno laccato una risata alta e squillante come il richiamo di un rapace.

Dinanzi a lei, fremente di rabbia, stava Kairos a capo chino. Il Principe stregone attese pazientemente che l'ilarità della sovrana si placasse, e quando la sovrana ebbe trovato nuovamente un contegno, si provò a rivolgerle nuovamente la parola: "Onorata Sorella, posso permettermi di considerare la Vostra ilarità una benedizione per la mia partenza?"

Ritrovata la regale compostezza, il volto ancora percorso da un sorriso zannuto e gli occhi accesi dai postumi del riso sguaiato, Athoxa degnò il fratello di una risposta: "Ho aspettato molto di poterti incontrare nuovamente, Preda. Non saprei se se stupirmi della capacità di una creatura così primitiva di provare sentimenti, o dell'insolenza sfacciata con la quale si prova di mascherarli. Andate, caro fratello, seguite pure l'Arcicancelliere Ardashir nell'Impero dell'Arpia. Nostro destino è combattere la Minaccia Non Morta, fosse anche nel punto di Ea più lontano dalle Terre dei Caduti. Inoltre, mi pare di ricordare il vostro fervente interesse per le pratiche magiche delle Erynéh."

"Erynéh, Le Furie. Le guerriere alate che portano i caduti in battaglia alla Grazia di Tanghar. Forse il termine Sauriano più adatto per definire le Arpie. Non nego che la loro magia, e ancor di più la loro società, destino il mio interesse. C'è nel loro modo di vedere il mondo qualcosa che mi ricorda le tribù di Aliurai più selvagge, affine agli albori della nostra civiltà millenaria."

"Fate i bagagli, allora, Principe Kairos. Il viaggio per giungere all'altro capo del mondo non è certo breve..."
Il mago Sauriano fece per allontanarsi dal cospetto di Athoxa, che nuovamente aveva assunto un'espressione divertita.
"... e siate prudente rispetto alle attenzioni dei locali. Non vorrei vedervi consumare la prima notte di nozze nella voliera dei falconi da caccia!"

Kairos si avviò stizzito verso le sue stanze, maledicendo mentalmente la sua sorella e sovrana. Con simili parenti non c'era da stupirsi che si trovasse a suo agio tra le Arpie...

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Il viaggio è lungo ma finalmente a delegazione Rahonavide giunge a Kyrne Lamiya, la città delle Arpie. A differenza delle altre città dell'Impero meridionale, la cui architettura è tutto sommato simile a quella delle altre città umane, fatte salve le peculiarità della regione e della cultura, Kyrne Lamiya è quasi sconcertante nella sua alienità: una città fatta di enormi torri che si slanciano orgogliosamente verso il cielo a diverse altezze. La più alta e gigantesca, come presto i sauroidi apprendono, è la Torre della Prima: la residenza di Silene; le altre torri le fanno corona. Strutturate in vari piani abitabili le torri sono costellate di grandi finestre dalle quali le Arpie si lanciano in volo per spostarsi da una parte della città all'altra o anche solo da una torre all'altra. In effetti il cielo sopra la città è costantemente solcato da numerose Arpie intente alle loro occupazioni.
Kyrne Lamiya è anche sede di una numerosa popolazione umana: i mercati della città sono interamente gestiti da umani e così anche locande, artigiani e manifatture mentre le attività delle Arpie appaiono in larga parte incomprensibili. Attraversando il emrcato principale della città il Principe Kalios nota più di una volta delle Arpie intente ad esaminare la merce in vendita ed occasionalmente fare degli acquisti. Per quanto estranee gli siano la mimica e la lingua di quella razza, pure è evidente che per le Arpie il commercio resta una specie di gioco, un sotterfugio ideato da Silene per indurre gli schiavarazza ad adempiere ai loro desideri, nulla di più.
Ad un tratto, una delle arpie in volo sembra notare il gruppo degli inviati Rahonavidi e scende in picchiata verso di essi, prendendo terra a qualche passo appena di distanza, puntando poi direttamente verso Kalios e rivolgendogli l'equivalente di un ampio sorriso soddisfatto.
"Così hai ricevuto il mio messaggio e sei venuto. Bene. Ero incerta su come avrebbe potuto reagire una preda ad un messaggio da parte di una Sorella. Ci E ora...ci siamo già incontrati tu ed io, ricordi?"

(Gdr off: si tratta di Shiver )
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La delegazione del Principe cammina pigramente per le vie della città, godendosi il clima per loro così caldo e ammirando le stranezze di cui quel logo è prodigo. Quando la temibile creatura atterra loro davanti il solo a non scomporsi è Kairos, che replica con tono gentile alla domanda dell'Arpia: "Come dimenticare la maga che mi ha quasi incenerito on un fulmine? Ho ancora impressa nella memoria la nostra sfida, e vi ringrazio per l'invito. Nessun Sauriano prima di oggi si era spinto così lontano dalle frontiere dell'Impero. Lo confesserò, la curiosità che mi ha spino fin qui non è stuzzicata solo dai paesaggi esotici: non riesco a spiegarmi per quale ragione voi abbiate richiesto la mia presenza a tante leghe di distanza. Inutile dire che, per quanto misteriosa, tale circostanza mi lusinga alquanto."
 

Silen

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L'Arpia annuì con aria compiaciuta e si avvicinò al sauriano "I giochi di Ishitara, si. Nemmeno io li ho dimenticati, come non ho dimenticato il mago Kairos, da cui sono stata sconfitta" disse fissando il principe con una certa intensità per qualche istante, come se lo stesse silenziosamente esaminando, poi annuì di nuovo, quasi fra sè "Quando ho partcipato a quel...torneo...è questa la parola?...non ne ho compreso veramente il significato. Non sono stata capace di considerarlo altro che un gioco. Cosa altro poteva essere una battaglia in cui le vite dei aprtecipanti non erano in pericolo? Qualunque fosse stato l'esito non sarebbe cambiato niente di importante. Quindi per quale motivo avrei dovuto essere infastidita da una sconfitta? E cosa avrei ottenuto da una vittoria?" l'arpia scrollò la testa con deprecazione, quasi stesse confessando una debolezza o un grossolano errore di valutazione "Questo è quello che mi sono ripetuta molte volte dopo quel giorno, ma la verità è che se quella fosse stata una vera battaglia io sarei morta in quell'arena. In un certo senso, Kairos, tu mi hai uccisa quel giorno. Questo non potevo dimenticarlo o accettarlo" l'arpia mise in mostra nuovamente i suoi denti da carnivoro in un sogghigno piuttosto feroce "Da allora non è passato un solo giorno senza cui quel ricordo non mi spronasse a esercitarmi, a intensificare i miei studi, a padroneggiare maggiormente il mana per diventare più forte. E poi finalmente ho compreso che forse è questo il vero scopo dei vostri tornei...indurre il più debole a migliorarsi. " lo sguardo dell'Arpia si colorò di aspettativa "Ma c'è un solo modo di verificare se sono veramente migliorata...voglio un'altro incontro con te, alle stesse condizioni di allora. Accetterai la mia sfida?"
 

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"Un nuovo incontro? Non vi sarebbe miglior coronamento per la mia visita al vostro glorioso Impero. Devo insistere nel richiedere che entrambi facciamo uso delle medesime rune di protezione messe in opera a Bastiglia di Ishitara. Non potrei sopportare di causare un incidente diplomatico. Offriremo anche un piacevole diversivo a tutti i vecchi gufi qui convenuti per il Convegno, non credete?"
 

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Come anche la setssa Silene, Shiver aveva gli artigli delle mani ricoperti di una sottile lamina di argento, sicchè quando l'arpia fece urtare gli artigli delle mani uno contro l'altro il risultato fu un lieve tintinnio metallico.
"Ho già preparato lo scenario adatto" disse la maga con un tono pieno di anticipazione "su mio consiglio Silene ha fatto erigere un arena, appositamente per questo genere di giochi. Sabrina Glessivig si occuperà delle rune di protezione e farà da arbitro. Lei è umana, non ci saranno favoritismi, nè incidenti, nè sorprese. Un gioco pulito." l'arpia sorrise ancora aggiungendo poi con malizia "Tu sarai la mia preda, Kairos. Te lo prometto."
 

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[Aspettavo una tua risposta ^__^ Se i termini proposti vanno bene, possiamo procedere ai post relativi. Il risultato della tenzone lo definisco con lo stesso sistema usato per il torneo d'Ishitara, come d'accordo]
 

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L'Arpia non avrebbe preteso un no come risposta, visto che tutto era già stato preparato in vista del suo assenso.
Nulla di nuovo sotto il sole, pensò Kairos, ben abituato alle domande retoriche della sua Imperatrice e sorella.
"Noto con piacere che vi siete già messe avanti con i lavori. Fate strada, onorata... collega."
All'ultima replica della creatura alata la sensazione chiara e distinta di essersi messo nei guai strinse con fredda fermezza la nuca del mago, pur solo per un momento.
Arriviamo fino alla fine, si disse il principe, se va bene anche questa potrei fare dei tornei una professione.
 

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Shiver fece nuovamente tintinnare i suoi artigli con un entusiasmo che Kairos certamente non provava, e fece strada al Sauroide verso il luogo della tenzone. L'Arena era una struttura enorme, ben più grande dell'analogo anfiteatro di Ishitara e palesemente non era stata costruita solo per cullare le velleità di rivincita della maga. Kairos notò che in vari settori erano in corso delle competizioni, tiro con l'arco, duelli con spade lunghe e quà e là anche scontri di magia.
"Al mio ritorno da Ishitara, ho descritto i giochi a molte Sorelle. Le più giovani in particolare sono affascinate dall'idea" Shiver gettò indietro la testa e rise "Oh prendono le sconfitte anche peggio di me. Ma come ho detto, la sconfitta, anche solo in un gioco come questo, è un forte pungolo per la mia razza."
Kairos notò che gli spalti ospitavano un discreto numero di spettatori, in maggioranza umani, qualche elfo, un nutrito numero di arpie che osservavano con occhi brillanti gli scontri di magia e i duelli, commentando poi nella loro aspra lingua natale.
Giunti in un ampio spiazzo delimitato da alcune bandierine Shiver indirizzò un gesto arioso al principe sauroide, quasi ad invitarlo a prendere posto, mentre a sua volta si incamminava verso un lato del rettangolo di gara.
In quella un umana alta e di bell'aspetto, truccata e vestita con eleganza impeccabile ed in modo molto elaborato si avvicinò al principe sauroide rivolgendogli poi una aggraziata riverenza
"Principe Kairos, permettetemi di presentarmi. Il mio nome è Sabrina Glessivig, maga al servizio di Silene, Prima nel Territorio di Caccia. Shiver mi ha parlato del vostro scontro ad Ishitara come anche della sua volontà di avere una rivincita se ci fosse stata l'occasione" sorrise in modo accattivante "temo che ci fossero sentinelle con l'ordine di avvisare Shiver del vostro arrivo e messaggeri con l'ordine di tenermi pronta nel caso in cui avreste accettato" un altro sorriso cordiale "vi siete cacciato in una trappola accuratamente predisposta" disse in tono faceto per poi proseguire con maggiore serietà "ho l'onore di essermi occupata di lanciare le magie di warding e di preparare le rune di protezione per rendere sicura la tenzone. Sarò anche l'arbitro per eventuali casi dubbi...ma non preoccupatevi! Shiver mi metterebbe sullo spiedo senza pensarci due volte se pensasse che favorissi in qualche modo uno dei due contendenti...non avete idea di quanto mi abbia indottrinata sulle regole del torneo di Ishitara e su come sui suoi organizzatori gravi l'infamante accusa di aver manipolato le regole nelle finali...comunque vi auguro un buon divertimento!"
 

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I venti della Magia turbinavano attorno a Kairos, mentre il Principe si preparava mentalmente allo scontro, l'ormai familiare adrenalina dell'arena crepitante nelle vene.
L'ampia tunica turchese si agitava in una brezza che solo lui avvertiva, mentre ai suoi pedi si alzava in copiose volute un fumo azzurrino.
Con gesto deliberatamente lento il mago estrasse dalla manica una bacchetta di giada finemente cesellata e, puntatola al cielo, salutò l'avversaria e l'arbitro con un'inchino.

"Che vinca il migliore"
 
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Silen

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Le fasi iniziali dell'incontro seguirono da vicino l'andamento della battaglia precedente, con Shiver intenta ad evocare i poteri dell'aria e del fulmine e il sauriano a contrattaccare cercando al contempo di infastidire l'Arpia e farle perdere coesione. Il trucchetto di evocare un fortunale in miniatura però questa volta fu rimandato al mittente dalla maga la cui padronanza dei venti era notevolmente aumentata negli anni trascorsi dall'incontro di Ishitara. In brve Kairos si trovò a doversi difendere non solo dalle magie di attacco di Shiver ma da una vera e propria bufera di vento che bloccava o rallentava notevolmente ogni suo tentativo di schivare o contrattaccare, obbligandolo così a incassare o deviare le magie di Shiver, la quale vedendo l'avversario in difficoltà, intensificò i suoi assalti.
Infine, un fulmine particolarmente intenso lanciato da Shiver prese in pieno il principe sauriano, lasciandolo stordito a terra per alcuni istanti con un intenso fischio nelle orecchie e macchie bianche danzanti davanti ai suoi occhi. Kairos udì appena Sabrina Glessivig chiamare la fine dell'incontro.
 

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Inginocchiato e ancora stordito, Kairos sentiva le estremità ancora formicolare di dolore. La bacchetta di giada crebbe fino a diventare un bastone da passeggio, al quale il sauriano si dovette appoggiare per rialzarsi. Solchi anneriti tagliavano la sabbia dell'arena, dove il fulmine aveva scaricato la sua forza. "Avevate ragione, la vostra arte è migliorata." Gli incantesimi dell'Arpia erano ancora barbari nella loro esecuzione, ma velocità e potenza erano certamente maggiori.

Il Principe trovò l'abituale compostezza, un gesto della mano spazzò via la polvere del campo dalle vesti, un'altro fece sparire gli strappi e le bruciature. "Mi è giunta notizia che una delegazione dell'Impero dell'Arpia si recherà presso il Ducato di Sylvania - sembra che i tornei siano diventati un'abitudine per entrambi - mi auguro di potevi sfidare di nuovo. Con una vittoria a testa, la questione è ben lungi dall'essere risolta" Kairos si rivolgeva ora sia a Shiver che a Sabrina, le braccia allargate e un ghigno sul viso "La delegazione di Kyrne Lamya potrebbe seguire la nostra carovana sulla via del ritorno. Sarete ospiti del Palazzo Imperiale per tutto il tempo necessario. Sarebbe il minimo per ricambiare l'ospitalità da voi offerta"
 

Silen

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"Sarebbe...un piacere. Sei una preda, ma combatti come una Sorella." rispose Shiver dopo un attimo di esitazione. Lo scontro l'aveva provata e questo era abbastanza evidente dalla postura leggermente incerta, ma per il resto l'arpia sembrava oltraggiosamente soddisfatta di sè. Shiver scoprì i denti da carnovoro in un sorriso che non poteva non sembrare minaccioso anche se probabilmente nelle intenzioni non lo era "Credo che Silene accetterà la tua proposta, nonostante tutto conosciamo ancora così poco delle razze delle prede."
Detto questo, l'arpia rimase in silenzio per un istante, riflettendo "Ma non voglio che tu pensi che io abbia voluto la tua presenza qui solo per soddisfare la mia voglia di combattere. Sarò felice di mostrarti la nostra città o di aiutarti ad incontrare Silene e le mie Sorelle-vere, se lo desideri. Possiamo discorrere delle nsotre rispettive scuole di magia...e di altre cose."
 
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