La sindrome di Stendhal deve la sua formalizzazione all'omonimo libro di Graziella Magherini, che consiglio a tutti di leggere.
A me è successo due volte.
La prima da piccolo, intorno ai 10 anni: andammo alla Brera e fui ghermito dal Cristo Morto di Mantegna. Mi fissai a guardare i suoi dettagli, la sua forma, il suo colore.
Allorché mi concentrai sui buchi nelle sue mani e nei piedi,
ebbi un turbamento che mi prese e mi fece impallidire. dovettero farmi sedere, darmi da bere e rassicurarmi: la sensazione di morte che avevo addosso era fisica e reale, come quella carne che avevo visto. tuttavia non posso dire di più: non ricordo moltissimo di me stesso e delle mie sensazioni.
La seconda volta mi è successo più recentemente, a circa diciott'anni. ero agli uffizi, e mi ero fermato a guardare l'annunciazione di Leonardo. scorrendo la tavola, fui rapito da una zona in particolare: il pavimento su cui poggia il sedile su cui siede la Madonna, e la stanza che si apre (sparendo) dietro di lei.
Guardando intensamente (ovvero con un'intensità di cui non mi rendevo neppure conto) quel pavimento, le sue linee e poi la struttura dell'ingresso e l'interno della stanza in penombra, fui improvvisamente intrappolato nella sensazione fisica (dunque, irriflessa e pre-riflessa) di aver intuito l'illusorietà della vita e della mente umana, e la trappola che il quadro mi aveva teso, cioè la trappola che tende la pittura "realista". Quel pavimento, dipinto con cotanto talento geometrico da un pittore morto da 500 anni, era
cosi reale, da diventare più reale del reale, da farmi perdere per un secondo la distanza e la differenza tra il mondo "al di là" del quadro e il mondo "al di qua" di esso.
E' il fenomeno principale della sindrome di Stendhal, il PERTURBANTE.
Inventato da Freud, il perturbante è quello stato mentale (fugace per definizione) per cui sentiamo momentaneamente come alieno qualcosa che invece esiste (da sempre) nell'orizzonte della nostra vita: nel mio caso, ho visto un pavimento dipinto con "illusoria" perfezione geometrica, e tale perfezione, ottenuta da un essere umano appartenente al passato (un passato comune, grande come il rinascimento) mi è risultata "stranamente"
sospetta e mi ha scombussolato, facendomi perdere per un istante la prossimità mentale (e fisica) con l'esistenza e il mondo fenomenico.
A livello della definizione medica, la sindrome di Stendhal è più complessa di quel che ho indicato io, in quanto ha sempre a che fare (secondo la prospettiva psicanalitica dell'autrice) con il vissuto del soggetto colpito da tale sindrome. ovvero, la mia reazione all'annunciazione di leonardo è stata tale perché riferita alla mia vita, ma un'altra persona non avrebbe la stessa reazione, non con lo stesso quadro e non per gli stessi motivi.
a me successe perché era un periodo in cui mi drogavo molto (troppo) con sostanze chimiche come lsd, ketamina, mescalina, mdma, ed effettivamente la mia presa sulla realtà era abbastanza labile, il che ha suggerito e facilitato quel momento di "spersonalizzazione".