E' vero c'è un po' il Sorrentino aforistico, ma il fatto che lo sia all'interno del Vaticano rende secondo me meglio. Mi spiego: se il Sorrentino aforistico me lo fai in un albergo in Svizzera per vecchi ricconi che vanno alle terme dopo un po' stufa, se lo fai in un ambiente come quello della Santa Sede e della Curia lo trovo più azzeccato e meno fastidioso.
In generali questi due episodi non mi sono dispiaciuti, Jude Law è un vero e proprio anti-papa, l'omelia alla fine del secondo episodio è una scena molto molto potente. C'è qualche macchietta di troppo, forse, che turba l'equilibrio dei personaggi ma la coppia Jude Law - Diane Keaton funziona molto bene, soprattutto quando va in contrapposizione a tutto il mondo che invece ruota attorno a Silvio Orlando e ai giochi politici del Vaticano.
Non ho visto House of Cards quindi non so giudicare le presunte somiglianze, ma permettetemi di dire che ho trovato ridicola la critica di Famiglia Cristiana che tacciava Sorrentino di essere stato poco "filologo" nel rappresentare la figura del Papa. Nello specifico si criticava a Paolo il fatto che in una scena Jude Law incita il confessore della Curia a rivelare il segreto del confessionale. Secondo me non è tanto chiaro che Sorrentino non vuole, per nulla, mostrarci una figura di Papa realistica, un Papa probabile insomma, il suo è un papa improbabile e proprio per questo molto utile a mostrarci le idiosincrasie e le ambiguità di un ambiente dove, come dice il maestro di cerimonie del Vaticano, "il tempo pare essere morto".
Bigazzi alla fotografia al top come sempre, musiche alla "Talking Heads" ripensati ai giorni nostri, insomma è da vedere. Anche la verbosità, inserita in questo contesto, diventa quasi un plus. E poi ci sono sempre quelle tre o quattro inquadrature, o scelte di messe in scena, che davvero ti lasciano a bocca aperta. Qua, più che in tante altre serie (mi vengono in mente i Sopranos), è davvero entrato il cinema nelle serie tv.