Space Monkey
IL PARTITO TI OSSERVA
Non creo questi topic per bullarmi di conoscenze o cose del genere ma solo per cercare di diffondere notizie e fatti che richiedono analisi approfondite di svariate ore e che possono fare due categorie di persone: chi ci lavora e chi non ha niente da fare tutto il giorno. Io appartengo alla seconda categoria.
Ho impiegato esattamente 4 ore e 48 minuti per scrivere questa roba nonché un indefinibile e continuo studio dell'argomento. Almeno un asterisco per far capire che avete gradito o una parentesi graffa a caso per far vedere che vi ha fatto cagare sarebbe gradita. Sperare di innescare una discussione è ormai utopia pura, quindi bon...
_____
ECONOMIA E LA PERCEZIONE FALSATA
Attraverso i media "mainstream" si ha la percezione di una Cina ad un passo da divenire una superpotenza globale. Una nuova Unione Sovietica, pronta ad invadere il mondo della sua influenza.
Davvero la Repubblica Popolare Cinese (perché ricordo che di "Cina" ne esistono due) merita queste etichette?
La percezione comunque della potenza cinese è indubbiamente nei numeri dell'economia.
Effettivamente la crescita del prodotto interno lordo è stata semplicemente enorme negli ultimi venti anni. Per fare un paragone, tra il 1970 ed il 2000 il PIL italiano era superiore a quello cinese. Dal 2000 in poi il pil cinese ha raggiunto in meno di dieci anni la 2° posizione globale superando il Giappone.
Questo dato, preso da solo è effettivamente stabiliante. Ma per fortuna il mondo non è fatto di solo PIL. Andiamo un po a vedere altri indicatori che possono presentarci un'analisi migliore.
Andiamo ad osservare il "PIL pro-capite per parità d'acquisto" (PPA), ovvero l'indicatore che divide il PIL per la popolazione ma tiene conto del costo della vita locale divenendo così un migliore strumento per comprendere il livello di ricchezza della gente.
Stati Uniti: 42.681$
Giappone: 30.315$
Italia: 27.994$
Cina: 4.102$
Appare evidente che il divario è semplicemente enorme.
Ma questa ricchezza com'è distribuita? Ci viene incontro un importante statistico italiano con il suo "coefficiente Gini", che valuta in modo più o meno attendibile l'uguaglianza dei redditi tra la popolazione e quindi la distribuzione della ricchezza. Questo coefficiente è migliore tanto più tende allo 0, una variazione di pochissimo è nella realtà un cambiamento enorme.
Giappone: 0,249
Italia: 0,360
Stati Uniti: 0,408
Cina: 0,447
Gli Stati Uniti, paese normalmente percepito dall'opinione pubblica come il paese delle disparità ha in realtà maggiore uguaglianza della Cina. Qui la ricchezza è in mano a pochissime persone, in sostanza della grandissima crescita economica degli ultimi 20 anni ne ha beneficiato unicamente una piccola elite.
Analizzati questi dati appare già evidente un quadro che si discosta dalla percezione comune. Procediamo in ogni caso ad analizzare i maggiori problemi che i governi cinesi dovranno affrontare nel futuro.
URBANIZZAZIONE IMPOSSIBILE
Uno dei principali problemi è quello relativo all'urbanizzazione. Attualmente delle 50 città più popolose del mondo ben 8 sono in Cina. Un record notevole, superato solo dall'India, se si considera che gli Stati Uniti possiedono solo 2 città in tale lista. Ancora più strabiliante se si guarda il numero di città con abitanti superiori ad un milione: 135 nella sola Cina contro 35 dell'Unione Europea.
La popolazione urbana cinese cresce però ad un altissimo rateo quindi questi numeri sono destinati a crescere sempre di più. In meno di venti anni la Cina ha conosciuto un'urbanizzazione che il Regno Unito ha effettuato in 120 anni.
In Occidente l'urbanizzazione ha portato grandi modifiche alla società ed all'economia, in particolare grazie alla nascita di una classe media urbana ricca ed istruita. Nulla di questo è nato in Cina, come già abbiamo potuto vedere la ricchezza è mal distribuita andando a distruggere la possibile nascita di questa classe.
In Cina infatti, per il sistema chiamato "hukou", ogni persona è legata ufficialmente alla terra dov'è registrata. L'erogazione dei servizi avviene in tale zona così come un sistema di sicurezza sociale basato sui contratti d'affitto della terra collettivizzata.
Ad oggi esistono più di 200 milioni di immigrati interni irregolari in Cina che violano il sistema hukou. In sostanza una massa enorme di persone che vive nelle città senza però effettivamente far parte del suo tessuto sociale. La fortuna per i cinesi è di aver evitato la nascita degli slum/favelas, per gli standard cinesi ovviamente, grazie proprio al sistema di sicurezza sociale basato sulla terra collettivizzata. Il bacino degli immigrati interni nel momento in cui non può sostenersi all'interno della città è incentivato a tornare nel suo luogo d'orgine invece che crearsi un riparo fatisciente ai margini del centro urbano.
L'urbanizzazione diventa un problema nel momento in cui si stima che entro l'anno 2030 si dovrà trovare una sistemazione al 70% della popolazione totale. Prima di tutto se tale popolazione non sarà supportata da un nuovo sistema che superi quello dell'hukou significherà creare due popoli diversi: uno urbano privilegiatissimo ed uno rurale ad un passo dall'insurrezione.
Il peso di avere il 70% della popolazione all'interno dei centri urbani porterà sfide enormi non solo per la Cina, ma anche per il mondo intero.
Il paese perderà il 20% delle terre arabili che saranno cementificate andando ad aumentare il bisogno di importazione di beni agroalimentari dall'estero e quindi ad un loro aumento di prezzo, a questo bisogno si potrà rispondere solo con una nuova Rivoluzione Verde basata sugli OGM con i mille problemi e discussioni che tutti conosciamo.
La pressione sulle risorse idriche sarà incalcolabile rendendo il peso strategico del Tibet enorme con conseguenze facilmente deducibili.
Ma soprattuto sul mondo peserà il bisogno di risorse che questa popolazione urbana avrà. In particolare il bisogno di energia elettrica, ma anche di risorse come il rame. Il bisogno di avere una accesso a queste risorse a bassi prezzi scatenerà una corsa oggi inimmaginabile, ma la Cina parte decisamente in svantaggio rispetto ai suoi numerosi concorrenti occidentali nonché rispetto all'India. Inoltre come ho già indicato in un altro topic la bolla immobiliare cinese è ad un passo dall'esplosione ed oggi è praticamente impossibile per un cittadino comune mettere le mani su un'abitazione decente.
Per questo motivo tutte le previsioni difficilmente potranno avverarsi perché basate unicamente sulla proiezione dei valori di oggi. La grande crescita urbana ad un certo punto dovrà per forza bloccarsi a causa del suo enorme costo. Cosa significa? Che la Cina non potrà aspirare facilmente a vedere la sua popolazione divenire totalmente urbana con gravi ricadute su tutto il suo sistema socio-economico.
FRAGILITA' EXORT
Voi direte, ci avevi detto che l'urbanizzazione per la Cina sarebbe stato un problema ma ora ci dici che sarà molto difficile effettuarla. Quindi per loro è un bene?
Assolutamente no. Una società rurale non può aspirare in alcun modo, se è possibile nessuno ci è mai riuscito, a diventare una società consumistica. Se infatti una società urbanizzata è un pericolo per i suoi alti costi sociali ed economici, una società dei consumi è invece un'enorme risorsa. Questo semplicemente perché svilupperebbe una domanda commerciale interna che renderebbe la Cina meno fragile.
Nella percezione comune il grande export cinese di beni di bassa qualità a prezzi stracciati è una scelta da "invasione". Un modo che i cattivi comunisti dal muso giallo hanno di soverchiare e distruggere le nostre terre. Il risultato dell'Europa è la continua lotta alle masse asiatiche, direbbe qualche studioso di geopolica degli anni '10. Nulla di più sbagliato.
L'export selvaggio per la Cina è stato per diverso tempo una risorsa per far crescere la propria economia. Il modo più semplice e dai risultati più immediati che avevano negli anni '90 per sfruttare la propria apertura al mondo del libero mercato. Devalutare la propria moneta all'inverosimile, sfruttare una forza lavoro dal bassissimo costo sul mercato internazionale e piazzare le proprie merci in modo concorrenziale non per qualità ma per prezzo.
In scala ridotta è quello che l'Italia ha fatto per buona parte della prima repubblica attraverso la Lira, l'inflazione galoppante a due difre, la scala mobile ed il debito pubblico che arriva a livelli semplicemente inaccettabili.
Questa dipendenza dall'export significa prima di tutto rendere il paese dipendente dai consumi dei paesi esteri. Gli Stati Uniti smettono di consumare? Bene, smetteranno di consumare ovviamente merci cinesi, fabbriche cinesi vedranno i propri ordini diminuire e centinaia di migliaia di persone perderanno il proprio lavoro.
Guardatevi attorno, ora, in questo momento, quante cose di quelle che vi circondano sono state fatte in Cina? Probabilmente molte poche perché siete di fronte a pc costruiti ed assemblati da Malaysia, Taiwan e Corea del sud, ma comunque avete capito cosa intendo. Immaginate l'impatto che la flessione dei consumi dovuta alla crisi economica ha avuto sulla produzione cinese e sui posti di lavoro.
Inoltre, come si può vedere da questa bellissima MAPPA delle rotte commerciali globali, la Cina esporta principalmente via mare in particolare nel Pacifico. Qui si trova di fronte ad un problema di sicurezza enorme. Oltre alla pirateria nello stretto di Malacca ed in Somalia esiste infatti una minaccia dagli Stati Uniti. Le rotte commerciali cinesi da cui dipende l'intera economia nazionale sono facilmente controllabili e bloccabili dalla marina statunitense, che, come ho riportato sul topic dell'F35, stanno lasciando la zona europea per rischierarsi nel Pacifico.
Nell'oceano Pacifico, inoltre, gli Stati Uniti hanno le principali basi ed alleati all'estero: Corea del sud, Giappone, Taiwan, Filippine, Australia ed ora si annovera per opera di Obama anche l'Indonesia ben intenzionata a rallentare la crescita cinese.
Questi paesi sono legati da relazioni di amore-odio con la Cina. Ma la possibilità di bloccare in ogni momento le esportazioni cinesi pone il governo sotto continuo scacco. Non a caso regolarmente ci sono movimenti di portaerei nell'area ed esercitazioni con gli alleati. Proprio in questi giorni se ne svolge una con la marina giapponese.
I cinesi stanno rispondendo a questa minaccia continua con lo sviluppo di due portaerei e di armi chiamate "area denial weapons" ovvero "armi da divieto d'accesso di un'area". In sostanza grandi missili capaci di far saltare una portaerei con un colpo. L'area coperta però non potrà mai essere pari a tutte le rotte d'export, basta schierarsi un paio di metri più indietro della gittata massima per costituire comunque una minaccia totale.
E' per questo motivo che il governo cinese tenta di costruire una lunga ferrovia per mettere in connessione la Cina con l'Europa. Per esportare senza passare per queste rotte controllabili dagli Stati Uniti. Ma in ogni caso il progetto ferroviario non potrà mai sostituire le enormi navi-container che solcano i mari.
A differenza dell'URSS, che minacciava gli USA indirettamente attraverso l'invasione di terra dell'Europa con le sue forze di terra, settore di lunga tradizione russa, i cinesi hanno un gap con gli americani nel settore navale impossibile da recuperare in due o tre generazioni. Inoltre dalla nascita degli Stati Uniti uno dei principali interessi della loro politica internazionale è stato il controllo dell'area del Pacifico, uno dei reali motivi d'ingresso degli USA nella Seconda Guerra Mondiale.
Cade così un altro castello di carte della percezione comune. Quello della Cina come una nuova URSS pronta a fare una nuova Guerra Fredda.
GEOPOLITICA E SICUREZZA INTERNA
Perché la Cina è così dipendente dalle vie del mare? Qui abbandoniamo l'economia e la politica internazionale ed entriamo nel campo della geopolitica.
Basta guarda una MAPPA geografica del paese per rendersi conto di come il paese sia isolato dal resto del mondo. A nord e ad ovest vi sono enormi distese desertiche. Ad ovest vi è inoltre il Tibet che è uno dei territori più montagnosi della terra, infine il resto del territorio è notevolmente collinare. In sostanza i territori più sviluppabili sono quelli segnati in verde, territori molto poco estesi in relazione alla totalità del paese aumentando ancora di più squilibri e scompensi.
Voi direte, ma caro amico, anche in Italia abbiamo un territorio fertile e pianeggiante ben sviluppato attorno al bacino del Po (mi rifiuto di usare una certa etichetta inventata da un certo partito politico) mentre il resto del paese è sottosviluppato tranne poche aree di focus. Perché la situazione della Cina dovrebbe essere diversa?
Semplicemente perché un lombardo ed un siciliano potranno avere dialetti diversi ma tutto sommato si sentono parte in un modo o nell'altro dello stesso gruppo sociale-etnico-linguistico-religioso-culturale. La Cina è invece una nazione multiculturale, non basta però su un melting pot di tipo statunitense. Nelle aree sottosviluppate o comunque difficilmente sviluppabili che abbiamo individuato sulla mappa geografica abitano la maggior parte delle minoranze etniche del paese come questa MAPPA ci mostra. Abbiamo al sud gli Hmong/Miao che abbiamo imparato a conoscere in Gran Torino, etnia tradizionalmente ostile ai cinesi. I tibetani ad sud ovest che non hanno bisogno di presentazioni, i mongoli al nord che sperano di riunificarsi con il resto del loro paese ed gli Uiguri di orgine turca e di fede islamica ad ovest.
Le terre abitate da questi popoli sono dominate dai cinesi per la loro importanza strategica. Isolano, difendono e "coccolano" il cuore pulsante della Cina che è sulla costa. Di certo però vedere così vicino uno sviluppo economico sulla costa, ma non potersi ufficialmente spostare dalla propria terra che rimarrà sottosviluppata deve essere particolarmente frustrante.
In particolare gli Uiguri creano problemi. Questi sono ciò che rimane del primo impero turco, popolo che abitava un'area compresa tra il Kazakistan e la Mongolia. Alleati dei cinesi contro i predoni turchi che attaccavano l'impero, passarono nei secoli da alleati fedeli a sudditi bistrattati. Il senso di appartenenza etnica di questo popolo è fortissima e nella storia recente per ben due volte riuscirono ad avere un loro stato indipendente. Inoltre il governo cinese sta effettuando una vera e propria colonizzazione con l'importazione di cittadini di differente etnia in questa zona. La tensione quindi è salita alle stelle nel 2009 quando vi furono scontri piuttosto duri.
Tra pochi anni ritireremo i nostri contingenti militari dall'Afghanistan e qui si libereranno numerose forze jihadiste. Molte di queste si riverseranno in queste zone provocando gravissime tensioni nell'area se non addirittura l'arrivo del terrorismo islamico tra i musulmani cinesi costretti ad emigrare illegalmente verso le città della costa. Un misto di frustrazione, sottosviluppo economico, senso di appartenenza ad una comunità e minaccia più o meno concreta alla propria cultura sono una miscela esplosiva che l'occidente ha avuto già modo di conoscere.
Tutti questi problemi di sicurezza interna ed esterna vanno ad aumentare i costi legati alla sicurezza che il governo cinese deve affrontare. Rendendo quindi più difficile il suo sviluppo in quella potenza globale che i media hanno voluto presentarci. In particolare gli apparati repressivi trattengono moltissime energie finanziarie che non possono così essere rivolte verso lo sviluppo.
FINANZE
I problemi fin'ora evidenziati, urbanizzazione costosissima, disparità economica, sicurezza degli interessi nazionali, repressione del terrorismo e del dissenso, sono più o meno risolvibili da qualsiasi stato a patto che abbia denaro. La Cina dispone di questo denaro? No.
Il debito pubblico cinese, nell'immaginario comune uno dei più solidi del mondo. Diffusa la nozione secondo la quale le obbligazioni di mezzo mondo sono in mani cinesi al pari quasi frasi meno dotte del tipo: "ora questi si comprano pure le nostre mutande". Questo è effettivamente vero, molto del debito sovrano di importanti paesi, USA in primis, sono in mani cinesi. Ma la solidità del debito pubblico cinese non è scontata.
Il governo di Pechino ha infatti sviluppato una bella "truffetta alla greca" andando a nascondere buona parte del suo debito in varie forme. Principalmente ha decentralizzato gli investimenti infrastrutturali ed industriali dandoli in mano alle province che si sono fortemente indebitate per effettuare sviluppi faraonici. Spesso le singole province sono in competizione tra loro per attirare gli investimenti esteri e sono così costrette a spendere un'enorme quantità di denaro che non hanno e che prendono in prestito.
La cifra entro la quale è indebitato il governo cinese rispetto al PIL è, per assurdo, sconosciuta e falsificata. Cifre tra il 25% ed il 45% sono fornite da vari organi internazionali. Peccato che la cifra complessiva possa essere relatisticamente superiore all'80%, forse vicino al 90.
Le singole province sono ad un passo dal crack finanziario e dovranno essere salvate dal governo, che a sua volta per i problemi che abbiamo visto sarà costretto a spendere sempre più soldi aumentando ancora di più il suo debito. A questo punto le voci sull'economia cinese in difficoltà farebbero il giro del mondo impaurendo gli investitori internazionali che darebbero soldi alla Cina unicamente a patto di tassi d'interesse più alti. Questo signicherebbe dover avere più soldi per pagare i maggiori interessi, e come tutti gli italiani ben sanno a questo genere di crisi si deve rispondere con misure immediate perché generalmente arrivano quando si chiudono gli occhi di fronte ai problemi per decenni e quindi non si è pronti...aumentando le tasse!
Peccato che un tacito accordo tra governo ed elite ricca del paese si basi proprio sull'evasione fiscale. Questo reato, ricordo, è tra quelli che possono essere condannati con la pena di morte nel paese.
Nel momento in cui il governo ha bisogno di più soldi dai cittadini per pagare i maggiori tassi d'interesse e quindi deve smettere di chiudere gli occhi di fronte all'evasione fiscale, si perderebbe il consenso delle elite più ricche con scenari del tutto imprevedibili...ma di sicuro ben poco rosei.
tl;dr
tl;dr : la Cina non è un gigante pronto a mangiarci ma un Icaro che ha tentato di volare molto in alto, noi ci abbiamo creduto e quindi sprofonderemo con lei all'età della pietra.
Ho impiegato esattamente 4 ore e 48 minuti per scrivere questa roba nonché un indefinibile e continuo studio dell'argomento. Almeno un asterisco per far capire che avete gradito o una parentesi graffa a caso per far vedere che vi ha fatto cagare sarebbe gradita. Sperare di innescare una discussione è ormai utopia pura, quindi bon...
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ECONOMIA E LA PERCEZIONE FALSATA
Attraverso i media "mainstream" si ha la percezione di una Cina ad un passo da divenire una superpotenza globale. Una nuova Unione Sovietica, pronta ad invadere il mondo della sua influenza.
Davvero la Repubblica Popolare Cinese (perché ricordo che di "Cina" ne esistono due) merita queste etichette?
La percezione comunque della potenza cinese è indubbiamente nei numeri dell'economia.
Effettivamente la crescita del prodotto interno lordo è stata semplicemente enorme negli ultimi venti anni. Per fare un paragone, tra il 1970 ed il 2000 il PIL italiano era superiore a quello cinese. Dal 2000 in poi il pil cinese ha raggiunto in meno di dieci anni la 2° posizione globale superando il Giappone.
Questo dato, preso da solo è effettivamente stabiliante. Ma per fortuna il mondo non è fatto di solo PIL. Andiamo un po a vedere altri indicatori che possono presentarci un'analisi migliore.
Andiamo ad osservare il "PIL pro-capite per parità d'acquisto" (PPA), ovvero l'indicatore che divide il PIL per la popolazione ma tiene conto del costo della vita locale divenendo così un migliore strumento per comprendere il livello di ricchezza della gente.
Stati Uniti: 42.681$
Giappone: 30.315$
Italia: 27.994$
Cina: 4.102$
Appare evidente che il divario è semplicemente enorme.
Ma questa ricchezza com'è distribuita? Ci viene incontro un importante statistico italiano con il suo "coefficiente Gini", che valuta in modo più o meno attendibile l'uguaglianza dei redditi tra la popolazione e quindi la distribuzione della ricchezza. Questo coefficiente è migliore tanto più tende allo 0, una variazione di pochissimo è nella realtà un cambiamento enorme.
Giappone: 0,249
Italia: 0,360
Stati Uniti: 0,408
Cina: 0,447
Gli Stati Uniti, paese normalmente percepito dall'opinione pubblica come il paese delle disparità ha in realtà maggiore uguaglianza della Cina. Qui la ricchezza è in mano a pochissime persone, in sostanza della grandissima crescita economica degli ultimi 20 anni ne ha beneficiato unicamente una piccola elite.
Analizzati questi dati appare già evidente un quadro che si discosta dalla percezione comune. Procediamo in ogni caso ad analizzare i maggiori problemi che i governi cinesi dovranno affrontare nel futuro.
URBANIZZAZIONE IMPOSSIBILE
Uno dei principali problemi è quello relativo all'urbanizzazione. Attualmente delle 50 città più popolose del mondo ben 8 sono in Cina. Un record notevole, superato solo dall'India, se si considera che gli Stati Uniti possiedono solo 2 città in tale lista. Ancora più strabiliante se si guarda il numero di città con abitanti superiori ad un milione: 135 nella sola Cina contro 35 dell'Unione Europea.
La popolazione urbana cinese cresce però ad un altissimo rateo quindi questi numeri sono destinati a crescere sempre di più. In meno di venti anni la Cina ha conosciuto un'urbanizzazione che il Regno Unito ha effettuato in 120 anni.
In Occidente l'urbanizzazione ha portato grandi modifiche alla società ed all'economia, in particolare grazie alla nascita di una classe media urbana ricca ed istruita. Nulla di questo è nato in Cina, come già abbiamo potuto vedere la ricchezza è mal distribuita andando a distruggere la possibile nascita di questa classe.
In Cina infatti, per il sistema chiamato "hukou", ogni persona è legata ufficialmente alla terra dov'è registrata. L'erogazione dei servizi avviene in tale zona così come un sistema di sicurezza sociale basato sui contratti d'affitto della terra collettivizzata.
Ad oggi esistono più di 200 milioni di immigrati interni irregolari in Cina che violano il sistema hukou. In sostanza una massa enorme di persone che vive nelle città senza però effettivamente far parte del suo tessuto sociale. La fortuna per i cinesi è di aver evitato la nascita degli slum/favelas, per gli standard cinesi ovviamente, grazie proprio al sistema di sicurezza sociale basato sulla terra collettivizzata. Il bacino degli immigrati interni nel momento in cui non può sostenersi all'interno della città è incentivato a tornare nel suo luogo d'orgine invece che crearsi un riparo fatisciente ai margini del centro urbano.
L'urbanizzazione diventa un problema nel momento in cui si stima che entro l'anno 2030 si dovrà trovare una sistemazione al 70% della popolazione totale. Prima di tutto se tale popolazione non sarà supportata da un nuovo sistema che superi quello dell'hukou significherà creare due popoli diversi: uno urbano privilegiatissimo ed uno rurale ad un passo dall'insurrezione.
Il peso di avere il 70% della popolazione all'interno dei centri urbani porterà sfide enormi non solo per la Cina, ma anche per il mondo intero.
Il paese perderà il 20% delle terre arabili che saranno cementificate andando ad aumentare il bisogno di importazione di beni agroalimentari dall'estero e quindi ad un loro aumento di prezzo, a questo bisogno si potrà rispondere solo con una nuova Rivoluzione Verde basata sugli OGM con i mille problemi e discussioni che tutti conosciamo.
La pressione sulle risorse idriche sarà incalcolabile rendendo il peso strategico del Tibet enorme con conseguenze facilmente deducibili.
Ma soprattuto sul mondo peserà il bisogno di risorse che questa popolazione urbana avrà. In particolare il bisogno di energia elettrica, ma anche di risorse come il rame. Il bisogno di avere una accesso a queste risorse a bassi prezzi scatenerà una corsa oggi inimmaginabile, ma la Cina parte decisamente in svantaggio rispetto ai suoi numerosi concorrenti occidentali nonché rispetto all'India. Inoltre come ho già indicato in un altro topic la bolla immobiliare cinese è ad un passo dall'esplosione ed oggi è praticamente impossibile per un cittadino comune mettere le mani su un'abitazione decente.
Per questo motivo tutte le previsioni difficilmente potranno avverarsi perché basate unicamente sulla proiezione dei valori di oggi. La grande crescita urbana ad un certo punto dovrà per forza bloccarsi a causa del suo enorme costo. Cosa significa? Che la Cina non potrà aspirare facilmente a vedere la sua popolazione divenire totalmente urbana con gravi ricadute su tutto il suo sistema socio-economico.
FRAGILITA' EXORT
Voi direte, ci avevi detto che l'urbanizzazione per la Cina sarebbe stato un problema ma ora ci dici che sarà molto difficile effettuarla. Quindi per loro è un bene?
Assolutamente no. Una società rurale non può aspirare in alcun modo, se è possibile nessuno ci è mai riuscito, a diventare una società consumistica. Se infatti una società urbanizzata è un pericolo per i suoi alti costi sociali ed economici, una società dei consumi è invece un'enorme risorsa. Questo semplicemente perché svilupperebbe una domanda commerciale interna che renderebbe la Cina meno fragile.
Nella percezione comune il grande export cinese di beni di bassa qualità a prezzi stracciati è una scelta da "invasione". Un modo che i cattivi comunisti dal muso giallo hanno di soverchiare e distruggere le nostre terre. Il risultato dell'Europa è la continua lotta alle masse asiatiche, direbbe qualche studioso di geopolica degli anni '10. Nulla di più sbagliato.
L'export selvaggio per la Cina è stato per diverso tempo una risorsa per far crescere la propria economia. Il modo più semplice e dai risultati più immediati che avevano negli anni '90 per sfruttare la propria apertura al mondo del libero mercato. Devalutare la propria moneta all'inverosimile, sfruttare una forza lavoro dal bassissimo costo sul mercato internazionale e piazzare le proprie merci in modo concorrenziale non per qualità ma per prezzo.
In scala ridotta è quello che l'Italia ha fatto per buona parte della prima repubblica attraverso la Lira, l'inflazione galoppante a due difre, la scala mobile ed il debito pubblico che arriva a livelli semplicemente inaccettabili.
Questa dipendenza dall'export significa prima di tutto rendere il paese dipendente dai consumi dei paesi esteri. Gli Stati Uniti smettono di consumare? Bene, smetteranno di consumare ovviamente merci cinesi, fabbriche cinesi vedranno i propri ordini diminuire e centinaia di migliaia di persone perderanno il proprio lavoro.
Guardatevi attorno, ora, in questo momento, quante cose di quelle che vi circondano sono state fatte in Cina? Probabilmente molte poche perché siete di fronte a pc costruiti ed assemblati da Malaysia, Taiwan e Corea del sud, ma comunque avete capito cosa intendo. Immaginate l'impatto che la flessione dei consumi dovuta alla crisi economica ha avuto sulla produzione cinese e sui posti di lavoro.
Inoltre, come si può vedere da questa bellissima MAPPA delle rotte commerciali globali, la Cina esporta principalmente via mare in particolare nel Pacifico. Qui si trova di fronte ad un problema di sicurezza enorme. Oltre alla pirateria nello stretto di Malacca ed in Somalia esiste infatti una minaccia dagli Stati Uniti. Le rotte commerciali cinesi da cui dipende l'intera economia nazionale sono facilmente controllabili e bloccabili dalla marina statunitense, che, come ho riportato sul topic dell'F35, stanno lasciando la zona europea per rischierarsi nel Pacifico.
Nell'oceano Pacifico, inoltre, gli Stati Uniti hanno le principali basi ed alleati all'estero: Corea del sud, Giappone, Taiwan, Filippine, Australia ed ora si annovera per opera di Obama anche l'Indonesia ben intenzionata a rallentare la crescita cinese.
Questi paesi sono legati da relazioni di amore-odio con la Cina. Ma la possibilità di bloccare in ogni momento le esportazioni cinesi pone il governo sotto continuo scacco. Non a caso regolarmente ci sono movimenti di portaerei nell'area ed esercitazioni con gli alleati. Proprio in questi giorni se ne svolge una con la marina giapponese.
I cinesi stanno rispondendo a questa minaccia continua con lo sviluppo di due portaerei e di armi chiamate "area denial weapons" ovvero "armi da divieto d'accesso di un'area". In sostanza grandi missili capaci di far saltare una portaerei con un colpo. L'area coperta però non potrà mai essere pari a tutte le rotte d'export, basta schierarsi un paio di metri più indietro della gittata massima per costituire comunque una minaccia totale.
E' per questo motivo che il governo cinese tenta di costruire una lunga ferrovia per mettere in connessione la Cina con l'Europa. Per esportare senza passare per queste rotte controllabili dagli Stati Uniti. Ma in ogni caso il progetto ferroviario non potrà mai sostituire le enormi navi-container che solcano i mari.
A differenza dell'URSS, che minacciava gli USA indirettamente attraverso l'invasione di terra dell'Europa con le sue forze di terra, settore di lunga tradizione russa, i cinesi hanno un gap con gli americani nel settore navale impossibile da recuperare in due o tre generazioni. Inoltre dalla nascita degli Stati Uniti uno dei principali interessi della loro politica internazionale è stato il controllo dell'area del Pacifico, uno dei reali motivi d'ingresso degli USA nella Seconda Guerra Mondiale.
Cade così un altro castello di carte della percezione comune. Quello della Cina come una nuova URSS pronta a fare una nuova Guerra Fredda.
GEOPOLITICA E SICUREZZA INTERNA
Perché la Cina è così dipendente dalle vie del mare? Qui abbandoniamo l'economia e la politica internazionale ed entriamo nel campo della geopolitica.
Basta guarda una MAPPA geografica del paese per rendersi conto di come il paese sia isolato dal resto del mondo. A nord e ad ovest vi sono enormi distese desertiche. Ad ovest vi è inoltre il Tibet che è uno dei territori più montagnosi della terra, infine il resto del territorio è notevolmente collinare. In sostanza i territori più sviluppabili sono quelli segnati in verde, territori molto poco estesi in relazione alla totalità del paese aumentando ancora di più squilibri e scompensi.
Voi direte, ma caro amico, anche in Italia abbiamo un territorio fertile e pianeggiante ben sviluppato attorno al bacino del Po (mi rifiuto di usare una certa etichetta inventata da un certo partito politico) mentre il resto del paese è sottosviluppato tranne poche aree di focus. Perché la situazione della Cina dovrebbe essere diversa?
Semplicemente perché un lombardo ed un siciliano potranno avere dialetti diversi ma tutto sommato si sentono parte in un modo o nell'altro dello stesso gruppo sociale-etnico-linguistico-religioso-culturale. La Cina è invece una nazione multiculturale, non basta però su un melting pot di tipo statunitense. Nelle aree sottosviluppate o comunque difficilmente sviluppabili che abbiamo individuato sulla mappa geografica abitano la maggior parte delle minoranze etniche del paese come questa MAPPA ci mostra. Abbiamo al sud gli Hmong/Miao che abbiamo imparato a conoscere in Gran Torino, etnia tradizionalmente ostile ai cinesi. I tibetani ad sud ovest che non hanno bisogno di presentazioni, i mongoli al nord che sperano di riunificarsi con il resto del loro paese ed gli Uiguri di orgine turca e di fede islamica ad ovest.
Le terre abitate da questi popoli sono dominate dai cinesi per la loro importanza strategica. Isolano, difendono e "coccolano" il cuore pulsante della Cina che è sulla costa. Di certo però vedere così vicino uno sviluppo economico sulla costa, ma non potersi ufficialmente spostare dalla propria terra che rimarrà sottosviluppata deve essere particolarmente frustrante.
In particolare gli Uiguri creano problemi. Questi sono ciò che rimane del primo impero turco, popolo che abitava un'area compresa tra il Kazakistan e la Mongolia. Alleati dei cinesi contro i predoni turchi che attaccavano l'impero, passarono nei secoli da alleati fedeli a sudditi bistrattati. Il senso di appartenenza etnica di questo popolo è fortissima e nella storia recente per ben due volte riuscirono ad avere un loro stato indipendente. Inoltre il governo cinese sta effettuando una vera e propria colonizzazione con l'importazione di cittadini di differente etnia in questa zona. La tensione quindi è salita alle stelle nel 2009 quando vi furono scontri piuttosto duri.
Tra pochi anni ritireremo i nostri contingenti militari dall'Afghanistan e qui si libereranno numerose forze jihadiste. Molte di queste si riverseranno in queste zone provocando gravissime tensioni nell'area se non addirittura l'arrivo del terrorismo islamico tra i musulmani cinesi costretti ad emigrare illegalmente verso le città della costa. Un misto di frustrazione, sottosviluppo economico, senso di appartenenza ad una comunità e minaccia più o meno concreta alla propria cultura sono una miscela esplosiva che l'occidente ha avuto già modo di conoscere.
Tutti questi problemi di sicurezza interna ed esterna vanno ad aumentare i costi legati alla sicurezza che il governo cinese deve affrontare. Rendendo quindi più difficile il suo sviluppo in quella potenza globale che i media hanno voluto presentarci. In particolare gli apparati repressivi trattengono moltissime energie finanziarie che non possono così essere rivolte verso lo sviluppo.
FINANZE
I problemi fin'ora evidenziati, urbanizzazione costosissima, disparità economica, sicurezza degli interessi nazionali, repressione del terrorismo e del dissenso, sono più o meno risolvibili da qualsiasi stato a patto che abbia denaro. La Cina dispone di questo denaro? No.
Il debito pubblico cinese, nell'immaginario comune uno dei più solidi del mondo. Diffusa la nozione secondo la quale le obbligazioni di mezzo mondo sono in mani cinesi al pari quasi frasi meno dotte del tipo: "ora questi si comprano pure le nostre mutande". Questo è effettivamente vero, molto del debito sovrano di importanti paesi, USA in primis, sono in mani cinesi. Ma la solidità del debito pubblico cinese non è scontata.
Il governo di Pechino ha infatti sviluppato una bella "truffetta alla greca" andando a nascondere buona parte del suo debito in varie forme. Principalmente ha decentralizzato gli investimenti infrastrutturali ed industriali dandoli in mano alle province che si sono fortemente indebitate per effettuare sviluppi faraonici. Spesso le singole province sono in competizione tra loro per attirare gli investimenti esteri e sono così costrette a spendere un'enorme quantità di denaro che non hanno e che prendono in prestito.
La cifra entro la quale è indebitato il governo cinese rispetto al PIL è, per assurdo, sconosciuta e falsificata. Cifre tra il 25% ed il 45% sono fornite da vari organi internazionali. Peccato che la cifra complessiva possa essere relatisticamente superiore all'80%, forse vicino al 90.
Le singole province sono ad un passo dal crack finanziario e dovranno essere salvate dal governo, che a sua volta per i problemi che abbiamo visto sarà costretto a spendere sempre più soldi aumentando ancora di più il suo debito. A questo punto le voci sull'economia cinese in difficoltà farebbero il giro del mondo impaurendo gli investitori internazionali che darebbero soldi alla Cina unicamente a patto di tassi d'interesse più alti. Questo signicherebbe dover avere più soldi per pagare i maggiori interessi, e come tutti gli italiani ben sanno a questo genere di crisi si deve rispondere con misure immediate perché generalmente arrivano quando si chiudono gli occhi di fronte ai problemi per decenni e quindi non si è pronti...aumentando le tasse!
Peccato che un tacito accordo tra governo ed elite ricca del paese si basi proprio sull'evasione fiscale. Questo reato, ricordo, è tra quelli che possono essere condannati con la pena di morte nel paese.
Nel momento in cui il governo ha bisogno di più soldi dai cittadini per pagare i maggiori tassi d'interesse e quindi deve smettere di chiudere gli occhi di fronte all'evasione fiscale, si perderebbe il consenso delle elite più ricche con scenari del tutto imprevedibili...ma di sicuro ben poco rosei.
tl;dr
tl;dr : la Cina non è un gigante pronto a mangiarci ma un Icaro che ha tentato di volare molto in alto, noi ci abbiamo creduto e quindi sprofonderemo con lei all'età della pietra.